"Lunedì presenterò in Procura a Roma una serie di querele per diffamazione e chiederò che si faccia luce su una storia che presenta molti lati oscuri". Questa la notizia annunciata in prima persona da Antonio Esposito, il presidente della III sezione feriale della Cassazione che il primo agosto del 2013 emise la sentenza di condanna a Silvio Berlusconi per frode fiscale nell'ambito del processo Mediaset. Il giudice ha inoltre aggiunto che non è da escludere la possibilità che faccia richiesta per l'acquisizione dell'audio del relatore della sentenza di condanna Amedeo Franco.
La reazione della toga è arrivata dopo le accuse relative a quello che potrebbe essere un vero e proprio golpe giudiziario contro il Cav e Forza Italia: gli azzurri vogliono vederci chiaro e ora pretendono la ricerca della verità. A gettare pesantissime ombre sull'esito di quel processo è stata un'intercettazione telefonica mandata in onda nel corso della trasmissione Quarta Repubblica, condotta da Nicola Porro su Rete 4. Nell'audio si sente Franco che afferma: "Berlusconi deve essere condannato a priori perché è un mascalzone! Questa è la realtà, a mio parere è stato trattato ingiustamente e ha subito una grave ingiustizia. L’impressione che tutta questa vicenda sia stata guidata dall’alto. In effetti hanno fatto una porcheria perché che senso ha mandarla alla sezione feriale? Voglio per sgravarmi la coscienza, perché mi porto questo peso del… ci continuo a pensare. Non mi libero. Io gli stavo dicendo che la sentenza faceva schifo".
Golpe giudiziario contro il Cav
L'intercettazione ha innescato un effetto domino: adesso è guerra aperta tra le toghe. "Sussiste una malafede del presidente del Collegio, sicuramente", riporta Il Sole 24 Ore. Queste le parole di Franco riferendosi a delle voci secondo le quali Esposito sarebbe stato pressato per il fatto che il figlio era indagato dalla Procura di Milano per "essere stato beccato con droga a casa di...". Il giudice si è subito difeso: in una nota ha smentito di aver subito pressioni dalla Procura della Repubblica di Milano, con la quale "mai ebbe contatto alcuno".
Ad alzare la voce è stato Antonio Tajani, secondo cui la sentenza sarebbe stata pilotata poiché vi era l'intenzione di colpire Berlusconi per via giudiziaria visto che non lo si poteva sconfiggere con le elezioni: "In Italia non deve più accadere quello che è successo a Silvio Berlusconi".
Il vicepresidente di Forza Italia, nel corso di una conferenza stampa con Mariastella Gelmini e Anna Maria Bernini, ha chiesto l'istituzione di una commissione d'inchiesta parlamentare per fare chiarezza sulla vicenda in questione. Intanto da Licia Ronzulli, vicepresidente del gruppo FI al Senato, è arrivata una proposta chiara: nominare immediatamente il Cavaliere senatore a vita.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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