Le toghe compattano la maggioranza. Meloni e Mantovano scelgono Bongiorno come difensore. Il vertice a Chigi

L'insolita sintonia tra la premier e Salvini (che si offre per l'informativa in Aula)

Le toghe compattano la maggioranza. Meloni e Mantovano scelgono Bongiorno come difensore. Il vertice a Chigi
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Una riunione in due tempi. Con il primo dedicato al dossier migranti e in particolare all'aumento di arrivi dalla Libia registrato nei primi 28 giorni del 2025 e il secondo tempo tutto incentrato sulla vicenda del generale libico Najeen Osama Almasri. È metà mattina quando a Palazzo Chigi si incontrano Giorgia Meloni, Antonio Tajani, Matteo Salvini e alcuni ministri, tra cui il titolare dell'Interno Matteo Piantedosi. Il vertice è convocato da tempo e ha come focus la recente crescita degli sbarchi di siriani, pakistani e bengalesi, dovuta all'instabilità della Libia. È inevitabile, però, che sul tavolo della riunione ci sia anche l'iscrizione nel registro degli indagati della premier, del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano e dei ministri Piantedosi e Carlo Nordio (Giustizia). Decisione che la procura di Roma definisce «obbligata», ma che - è il ragionamento di Meloni nei suoi colloqui privati - è solo il tentativo di trovare una «scorciatoia giudiziaria» contro chi ha vinto le elezioni.

Un clima da scontro frontale, insomma. Con la premier convinta che sia in corso una sorta di accerchiamento da parte della magistratura, così forte da colpire anche Mantovano, che non solo ha la delega sui servizi ed è un ex magistrato, ma fino ad oggi è stato anche il principale canale di collegamento tra Palazzo Chigi e le toghe.

Il risultato, come peraltro era ampiamente prevedibile, è che la maggioranza si è compattata come forse mai era successo in questi due anni e mezzo di legislatura. Al punto che, nel vertice di ieri, Meloni, Mantovano e i due ministri hanno tutti nominato come loro difensore Giulia Bongiorno. Che non è solo senatrice della Lega e presidente della commissione Giustizia di Palazzo Madama, ma è stata anche l'avvocato di Salvini nel processo Open Arms. E a chiedere il rinvio a giudizio del leader leghista (poi assolto perché «il fatto non sussiste») era stato proprio Francesco Lo Voi, all'epoca procuratore di Palermo e oggi a Roma dove ha firmato di suo pugno l'avviso di garanzia a Meloni. E che - racconta il Tg1 pubblicando la relativa documentazione - ha da mesi in corso un braccio di ferro con Mantovano sull'uso dei voli di Stato che il magistrato richiede per la tratta Roma-Palermo.

L'indicazione di Bongiorno, insomma, è non solo un segnale di unità della maggioranza, con una sintonia tra la premier e Salvini che non si vedeva da tempo. Ma pure una risposta che vuole sottolineare una linea rossa tra l'accusa per Open Arms al leader della Lega (poi finita in un nulla di fatto) e quella a Meloni per Almastri.

Nella riunione di Palazzo Chigi si ragiona anche su chi dovrà andare a riferire alle Camere sulla vicenda. Ieri, infatti, Piantedosi e Nordio non hanno tenuto l'informativa già in calendario «nel rispetto - hanno scritto al presidente della Camera, Lorenzo Fontana - del segreto istruttorio». Il governo, replica alle opposizioni il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, «non scappa da nessun confronto», semplicemente c'è stata «una questione nuova, eclatante e credo senza precedenti come un'informazione di garanzia» e «ci siamo presi del tempo». Insomma, l'informativa ci sarà, tra mercoledì e giovedì. Potrebbe tenerla lo stesso Ciriani, anche se nel vertice di ieri si è ragionato sull'ipotesi di mandare un vicepremier. Antonio Tajani sarebbe quello titolato per competenza (è ministro degli Esteri), ma c'è chi sostiene che avrebbe dato la sua disponibilità anche Salvini, testimone di fatto del fallimento di Lo Voi nella vicenda Open Arms, un altro processo che a Palazzo Chigi non esitano a definire «politico».

Difficile possa davvero essere lui, ma la sola ipotesi agita la maggioranza.

Già sabato, invece, potrebbe tornare sulla vicenda proprio Meloni. Che non è escluso possa intervenire - magari in collegamento video - alla direzione nazionale di Fdi in programma a Roma.

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