Si apre una settimana calda sul fronte toghe-governo. I magistrati si mobilitano in vista dell'apertura dell'anno giudiziario contro la separazione delle carriere tra pm e giudici, riforma che ha incassato il primo via libera dalla Camera dei deputati. L'Anm ha proclamato per lunedì 27 lo sciopero generale mentre venerdì in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario lasceranno le corti di Appello nel momento in cui parleranno il ministro della Giustizia Carlo Nordio e i rappresentanti dell'esecutivo. La riforma però incasso il placet di Antonio Di Pietro, uomo di punta della magistratura ai tempi di mani pulite. L'ex pm, ormai ritirato a vita privata, promuove la separazione e boccia lo sciopero: «Fino a prova contraria, la separazione delle carriere dei magistrati - per come prospettata finora dal Parlamento - non modifica in alcun modo l'articolo 104 della Costituzione, a norma del quale la magistratura - sia quella giudicante che inquirente sono e restano un ordine indipendente da qualsiasi altro potere dello Stato, e, quindi, demonizzare la riforma a priori (solo perché lo aveva detto anche Berlusconi) mi pare una forzatura ideologica», precisa Di Pietro. Che poi rincara la dose: «Come in una partita di calcio l'arbitro e il giocatore non possano far parte della stessa squadra. Io trovo inappropriato che un potere dello Stato (tale è Di fatto l'ordine giudiziario) scioperi contro un altro potere dello Stato». Mentre Giandomenico Caiazza coglie un punto: «Gli ordinamenti giudiziari a carriera unica sono presenti in quei Paesi con sistema processuale ancora di tipo inquisitorio come per esempio la Francia nonché in illuminate, avanzate ed esemplari democrazie quali Turchia, Bulgaria e Romania. Quindi l'Anm nel preannunciato sciopero, quale modello ordinamentale sventolerà, quello turco? Giusto per saperlo». La sinistra cavalca la protesta e getta benzina sul fuoco. «La separazione delle carriere non è una riforma della giustizia come cercano di far intendere dalle parti del governo Meloni, è semplicemente un modo per colpire l'autonomia dei magistrati e proteggere i potenti», attacca Nicola Fratoianni. Mentre il leader di Forza Italia, Antonio Tajani, vicepresidente del Consiglio, difende la riforma: «Protestare è legittimo ma non condivido il modo di protestare perché un magistrato deve essere sempre al di sopra delle parti, la riforma della giustizia che stiamo realizzando è una riforma voluta dai cittadini, quindi dal popolo, che è colui che detiene il potere. Noi siamo stati eletti anche per fare questa riforma che punta a innalzare il ruolo del magistrati giudicante e garantire un processo giusto, garantire certezza del diritto a tutti i cittadini». Per Tajani «ci saranno benefici, ricordiamo la giustizia lumaca fa un danno del 3 per cento al nostro Pil, significa perdere migliaia di posti di lavoro. Non bisogna quindi fare difese corporative».
Apprezzamento alla riforma arriva anche dagli avvocati: «L'Anm ha deciso di protestare contro la riforma della separazione delle carriere conducendo l'intera magistratura non solo contro il Governo ma anche contro il Parlamento che quella legge sta approvando, in uno scontro istituzionale che rischia non solo di alterare ancora una volta i necessari equilibri fra i poteri dello Stato ma di compromettere l'immagine stessa della magistratura».
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