Iwobi: "Insulti razzisti da sinistra: mi chiamano 'negro da cortile'"

Duro sfogo del senatore leghista di origini nigeriane contro gli insulti ricevuti sul web dagli antirazzisti di sinistra: "Sono arrivati al punto da definirmi 'negro da cortile' solo perché la penso diversamente da loro. Ma i giornali non lo dicono"

Iwobi: "Insulti razzisti da sinistra: mi chiamano 'negro da cortile'"

"I cosiddetti antirazzisti mi chiamano ''nero di Django, 'negro da cortile', 'negro-verde asservito', 'manichin', e in tanti altri inaccettabili modi. Li querelerò. Perché nessun giornale ha mai mostrato il minimo interesse o la volontà di stigmatizzare queste barbarie?". È il succo del durissimo sfogo affidato al suo profilo Facebook dal senatore della Lega, di origini nigeriane, Tony Iwobi.

Responsabile immigrazione del Carroccio e vicepresidente della commissione Esteri di Palazzo Madama, Iwobi ha deciso di raccontare l'ondata quotidiana di insulti razzisti che gli tocca leggere sui social, vomitati da decine e decine di elettori di sinistra. "Da quando sono senatore - racconta l'esponente leghista - ho dovuto sopportare una serie infinita di offese e derisioni recapitatemi da cosiddetti antirazzisti sulla mia pagina Facebook, nella quale sono stato definito 'nero di Django, 'negro da cortile', 'negro-verde asservito', 'manichin', e in tanti altri inaccettabili modi. La rabbia e l'evidente intolleranza di queste persone, che querelerò come facilmente comprensibile, mostra odio e disprezzo che - scrive ancora Iwobi - non posso essere giustificate dalla differente visione politica".

A corredo del post, Iwobi pubblica gli screenshot di alcuni dei pesantissimi insulti a sfondo razzista ricevuti dai soliti benpensanti di sinistra, pronti a tutelare le varie minoranze a patto che siano affini al loro modo di vedere la politica e la società. In caso contrario, vige la libertà d'insulto. Una libertà di cui, secondo Iwobi, nessun giornale ha mai parlato.

"Tengo a ribadire - puntualizza - che nessun quotidiano ha mai mostrato il minimo interesse o la volontà di stigmatizzare queste barbarie che non intimidiranno mai le mie convinzioni, la mia visione del mondo, la mia volontà di lavorare per il rispetto delle regole, della legalità e del vivere civile", scrive ancora l'onorevole della Lega prima di invitare i "leoni da tastiera" di Facebook a "muovere qualche critica" in modo civile. "Io - aggiunge - sono sempre pronto al dialogo e all’incontro".

A seguito di queste parole, Iwobi è stato letteralmente travolto da un'ondata di affetto e solidarietà. "Mi dispiace molto Senatore... Ho molto rispetto per lei e per le sue idee", commenta Maria, mentre Caterina si scusa e si vergogna a nome dei "miei connazionali. Mi dispiace tanto, caro Senatore, leggere queste offese contro la sua persona".

Centinaia i messaggi di sostegno al senatore, che qualche ora dopo ci ha tenuto a pubblicare un altro post per "ringraziarvi ad uno ad uno per i tantissimi messaggi di solidarietà e di affetto ricevuti. Vi voglio bene! Io non mollo! Un grande abbraccio".

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