Il contratto tra Pfizer e la struttura commissariale anti-Covid, per il farmaco anti-Covid Paxlovid, resta top secret. Nemmeno dietro la richiesta di accesso agli atti, il generale Paolo Francesco Figliuolo ha fornito risposte, opponendo una “clausola di riservatezza”, in quanto l’intesa contenente “segreti commerciali”. Niente da fare, quindi, per la trasparenza nei confronti degli italiani. Una presa di posizione che non è passata inosservata in Parlamento, tanto che la questione è finita all’attenzione della Camera con un’interrogazione presentata dal deputato di Alternativa, Andrea Vallascas. L’atto chiede che il ministro della Salute, Roberto Speranza, si attivi per risolvere la vicenda. E rendere pubblico l’accordo.
Vallascas, ex Cinque Stelle, ha in particolare ricordato che “la trasparenza e la pubblicità degli atti della pubblica amministrazione sono principi non derogabili, se non in casi eccezionali”. Quindi, si legge nell’atto depositato a Montecitorio, “le disposizioni in materia di accesso agli atti riconoscono una prevalenza all'interesse conoscitivo che la richiesta mira a soddisfare, che andrebbe salvaguardato in via prioritario soprattutto in un contesto come quello pandemico che ha prodotto ‘guadagni incontrollati e incredibili ai privati’”. Insomma, una procedura che viene giudicata anomala. Anche perché la tutela dei brevetti e dei segreti commerciali ha la possibilità di essere salvaguardata. Come? Magari attraverso la pubblicazione parziale dell’atto con lo stralcio delle parti che potrebbero contenere dei dati sensibili. Ma questa garanzia non è bastata a chi ha sottoscritto l’intesa. Si è arrivati dunque alla segretezza totale.
Per inquadrare la questione è necessario fare un passo indietro. Il 27 gennaio 2022, la struttura guidata da Figliuolo ha sottoscritto un accordo con il colosso della farmaceutica Pfizer per l’acquisto di 600mila dosi dell’antivirale Paxlovid, usato per curare il contagio da Covid-19. Erano i giorni in cui l’Italia stava provando a uscire dall’ennesima ondata pandemica. E, di fronte a un medicinale in grado di contrastare la malattia, il governo, con il commissario all'emergenza, ha provveduto a un acquisto massiccio di fialette, visto come uno strumento ulteriore di lotta al virus oltre il vaccino. Tutto nella logica. Solo che nessuno ha potuto sapere a quanto ammonti il costo dell’operazione sulle casse pubbliche. È scattata così una richiesta di accesso agli atti e dopo qualche settimana è arrivato lo stop del commissario.
“Il contratto è definito nella sua interezza come confidenziale ed è soggetto a una specifica clausola di riservatezza, che vincola le parti a non divulgare il contenuto”, si legge nella lettera di risposta dell'accesso agli atti. Insomma, nessuna informazione in merito. Per questo Vallascas ha chiesto che il ministro Speranza si dia da fare per rimuovere la clasuola di riservatezza sull’acquisto dell'antivitrale Paxlovid. “È inaccettabile la mancanza di trasparenza attorno alla stipula di contratti da centinaia di milioni di euro con le aziende farmaceutiche”, dice a Il Giornale il parlamentare di Alternativa. “Soprattutto - aggiunge il deputato.
è assurdo che il governo assecondi la richiesta di un privato di mantenere la riservatezza attorno a un atto della pubblica amministrazione, anche perché parla di un contratto stimato, per una prima fornitura, attorno ai 400 milioni di euro”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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