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"Torino ha voglia di rialzare la testa. Contro i violenti No Tav i progetti del Sì"

Il candidato del centrodestra: "Col Pnrr l'occasione di cambiare le cose"

"Torino ha voglia di rialzare la testa. Contro i violenti No Tav i progetti del Sì"

Paolo Damilano è il candidato civico sostenuto dalla coalizione del centrodestra per la guida di Torino. Sfiderà Stefano Lo Russo (centrosinistra) e Valentina Sganga (M5S). Damilano, imprenditore del food&beverage, è stato presidente di Film Commission Torino Piemonte dopo aver guidato il Museo del Cinema.

A Torino sembra profilarsi una sfida al ballottaggio. Pensa sia possibile espugnare una storica roccaforte del centrosinistra?

«Sondaggi alla mano, Torino sembra una delle poche grandi città contendibili. È la testimonianza che il nostro progetto è stato apprezzato, così come la volontà del centrodestra di marciare unito. Schierate con me ci sono sette liste, tra cui le due civiche. Tutti hanno mostrato maturità politica e il desiderio di far crescere il benessere di questa città. Ora vedremo cosa diranno gli elettori».

Come giudica l'impegno da parte dei partiti di centrodestra?

«Sono soddisfatto e orgoglioso del sostegno che mi hanno concesso. C'è stata responsabilità civica, cittadini all'altezza inseriti nelle liste, proposte in grado di regalare a Torino sviluppo e senso di appartenenza. Ho visto una grande voglia di impegnarsi».

Da 28 anni a Torino non c'è un sindaco di centrodestra. Percepisce reale volontà di cambiamento?

«Vedo una città accasciata su se stessa che esce provata da un anno e mezzo di pandemia, come il resto d'Italia e del pianeta. C'è voglia di rialzare la testa, di tornare a una vita normale. C'è un fermento, euforia e desiderio di partecipare al nostro progetto. C'è la percezione che questa è un'occasione, forse l'ultima, per cambiare davvero le cose, sfruttando le risorse del Pnrr».

Una sua frase è stata interpretata come un sostegno a Giuseppe Sala. Un eccesso di sincerità o un fraintendimento?

«Niente di tutto questo. Semplicemente ho detto che il nostro progetto deve passare attraverso una collaborazione con tutte le città italiane ed europee. Io naturalmente auguro convintamente a Luca Bernardo di vincere, ma non avrei problemi a relazionarmi con Sala, persona che conosco da tempo».

Nella notte sono apparse scritte No Tav e No Green Pass sulla sede del suo comitato elettorale.

«Invece delle parole usano la violenza. Noi continuiamo a preferire il dialogo, i progetti e la Torino del sì».

Quali sono le tre priorità su cui lavorare in caso di vittoria?

«Lavoro, casa e sicurezza. Il lavoro subito dopo la salute è il valore più importante e va rilanciato, anche per fronteggiare un calo demografico che nella nostra città è importante, veloce e legato anche all'insicurezza lavorativa. Poi c'è la questione abitativa. Gli alloggi popolari devono essere messi nelle condizioni di poter essere utilizzati dei nostri cittadini. Da quando la Fiat, oggi Stellantis, ha cessato il suo processo di sviluppo, non se ne sono più realizzate. Bisogna dare la possibilità alle persone di affittarle, con la possibilità poi di diventare proprietari.

Infine la sicurezza, non si può pensare di vivere in una città in cui si ha paura di camminare la sera. Aggiungo un ultimo elemento: far diventare Torino il luogo più accessibile d'Italia. Un obiettivo a medio-lungo termine realizzabile soltanto se si guarda alla città con gli occhi dei portatori di disabilità».

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