Torino, il piano di sicurezza frutto di un "copia e incolla"

I Pm: norme sull'evacuazione del tutto carenti

Torino, il piano di sicurezza frutto di un "copia e incolla"

Torino - Il piano di emergenza stilato per la manifestazione del 3 giugno dell'anno scorso in piazza San Carlo di Torino, che ha radunato i tifosi per vedere sul maxi schermo la partita di Champions Juve-Real ha delle parti che sono state pedestremente copiate da un altro documento e poi incollate senza andare molto per il sottile. Ossia senza neppure rileggere un protocollo di intervento che avrebbe dovuto essere realizzato con la massima attenzione, visto l'alto numero di partecipati in una piazza.

A sostenerlo è il consulente della procura Fabio Sbattella, incaricato di studiare il fenomeno del panico collettivo, come potesse essere contenuto e di rispondere alla domanda se l'allestimento della piazza e la gestione dell'evento abbiano potuto influire sulla reazione della folla. Il perito, infatti, ha evidenziato come, nel documento, ci siano delle incongruenze che «fanno pensare a un documento derivato da altri, trasposto senza adattamenti adeguati e non studiato ad hoc». Un esempio? Nel piano di emergenza si legge di «rimanere all'interno dell'edificio», peccato che il maxischermo sia collocato all'aperto. Oppure al contrario si parla di «evacuazione totale dell'edificio» e ancora di «sgombero del fabbricato». Si indicano persino alberi ad alto fusto, assenti in piazza San Carlo. Tutte frasi estrapolate da un piano che doveva servire per un altro evento.

Il consulente Sbattella scrive chiaramente: «L'assenza di scenari previsionali di rischio adeguati ha precluso l'apprestamento di azioni di formazioni e prevenzioni» e questo significa che non si è potuto prevenire e contenere nulla, dato che il rischio di un fenomeno di panico collettivo non era stato in alcun modo preventivato. Inoltre gli esperti nominati dalla procura criticano anche il recinto di transenne realizzato in piazza per la finale di Champions Juve-Real: «Non se ne capisce il senso, così era solo un pericolo».

Tutto era stato previsto, tranne un attacco di panico ed un fuggi fuggi ostacolato da transenne e bottiglie di vetro che hanno ferito molti tifosi. Il piano di emergenza aveva pensato a fenomeni come il caldo estivo e la lunga attesa in piedi tipici di manifestazioni pubbliche, terremoti, vento forte ed esplosioni ma non c'è traccia di un piano di evacuazione né di pressioni collettive ai cancelli. Inoltre scrive ancora l'esperto della procura: «Risulta assente, in fase di pianificazione, una progettazione dei tempi di coordinamento sul campo e, a posteriori, tra i vari componenti della catena di comando che avrebbe dovuto avere responsabilità della piazza in caso di emergenze». La piazza quindi è stata lasciata in balia di se stessa. L'allestimento mostra anche delle carenze: i controlli ai varchi sono stati sommari e molti testimoni hanno affermato di essere entrati senza verifiche.

Ed infine le vie di esodo sono «risultate insufficienti e non fruibili correttamente in quanto erano ostruite dalle transenne che non sono state rimosse». In tutto quel caos, in quella tragica serata, una giovane donna è morta e un'altra è rimasta paralizzata, mentre i feriti sono stati 1.526.

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