Il gip di Palermo l'aveva liberata dopo tre giorni di carcere. Ma per il tribunale del Riesame la ricercatrice universitaria libica 45enne Kadiga Shabbi, fermata a dicembre per istigazione a delinquere in materia di reati di terrorismo, deve tornare dietro le sbarre.I giudici hanno accolto l'appello della procura, che aveva giudicato «del tutto inadeguata e contraddittoria» la misura dell'obbligo di dimora a carico dell'indagata decisa dal gip. Pur riconoscendo la sussistenza di gravi indizi, il gip l'aveva scarcerata perché non sussisteva pericolo di fuga e di inquinamento probatorio. Shabbi è accusata di essere vicina alla causa jihadista e di istigazione a commettere reati di terrorismo. Per il gip si tratta «solo» di un reato d'opinione. Anche se è un parere positivo nei confronti dell'ideologia del terrorismo.
Ed è qui lo scontro con la procura, convinta che non sia roba di poco conto. E ora il Riesame le dà ragione. La Shabbi, che nega ogni addebito, è ritenuta vicina a dei foreign fighters rientrati in Europa, ed è accusata di aver fatto propaganda per Al Qaeda sul web.Valentina Raffa- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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