Al momento della lettura della sentenza, Fausta Bonino (nella foto) è rimasta impietrita. Un po' se lo aspettava, un po' no. Ergastolo. A tanto è stata condannata l'ex infermiera dell'ospedale Villamarina di Piombino, in provincia di Livorno, accusata di aver causato, tra il settembre 2014 e il settembre 2015, la morte di quattro pazienti ricoverati nella struttura sanitaria dove lavorava con la somministrazione di massicce dosi eparina.
Il carcere a vita arriva dopo un «balletto» di sentenze: in primo grado la donna era stata accusata dell'omicidio di dieci pazienti e i giudici del Tribunale di Livorno le avevano inflitto la condanna all'ergastolo riconoscendola colpevole di quattro decessi. Ma in appello è arrivata la svolta: assoluzione piena. Tuttavia la Cassazione nel maggio 2023 ha disposto un nuovo processo d'appello per quattro pazienti morti, confermando l'assoluzione parziale (per gli altri sei casi). Ora la nuova, dura sentenza che ribalta nuovamente la situazione. Fausta Bonino si è sempre proclamata innocente.
Secondo quanto ha riportato l'accusa, la donna avrebbe somministrato dell'anticoagulante all'eparina per uccidere alcuni pazienti. La sostanza può anche provocare emorragie letali e un'infermiera, per formazione, questo lo sa bene. I reati contestati sono quelli di omicidio plurimo aggravato e continuato e di abuso d'ufficio e ricettazione. Nel corso dell'autopsia dei quattro pazienti deceduti, era stata trovata la presenza nel corpo proprio di eparina, un farmaco che non sarebbe stato opportuno utilizzare per quel tipo di patologia.
Ma la vicenda giudiziaria non finirà qui.
L'avvocato difensore della donna Vinicio Nardo, annuncia un ricorso: «Siamo curiosi di leggere come sarà sviluppata la motivazione perché ci sono molti dubbi in questa vicenda, molte incongruenze, molti fatti che non tornano e quindi la Corte d'assise d'appello adesso avrà il compito di mettere in fila queste cose, se ci riuscirà vedremo. Noi faremo ricorso per Cassazione sicuramente, non riesco a immaginare come possano fare. Per la Bonino non finisce questo calvario che dura da otto anni».
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