Flavio Tosi imputato per calunnia nei confronti di Report. Il Giudice delle Indagini Preliminari di Verona, Livia Magri, ha depositato ieri un'ordinanza che ribalta la situazione rispetto alle accuse formulate contro il sindaco del capoluogo di provincia veneto in merito alla puntata a lui dedicata nell’aprile del 2014.
Tosi è accusato di aver calunniato Sigfrido Ranucci, coautore e inviato della trasmissione di Rai 3 che era stato tratto in inganno nel gennaio 2014 mentre indagava sui rapporti del sindaco con personaggi legati a famiglie calabresi sottoposte a indagini e su un video che sarebbe stato usato per ricattare Tosi e controllare così la sua azione amministrativa. Il sindaco di Verona aveva prima contattato alcuni ex leghisti per avere notizie sul video e per far videoregistrare di nascosto il giornalista che, successivamente, accusò durante una conferenza stampa di aver cercato di costruire un dossier contro di lui con l'intenzione di bloccare la messa in onda dell'inchiesta. Come ricorda Il Fatto Quotidiano, però, il direttore di Rai Tre Andrea Vianello diede ugualmente l'ok per trasmettere il servizio e il 21 febbraio Tosi aveva querelato il giornalista di Report e la conduttrice Milena Gabanelli.
Ora il Gip ha ribaltato la sua accusa pur non spiegando la motivazione del provvedimento di imputazione coatta di Tosi. Ranucci aveva ricevuto altre sette querele sempre per lo stesso servizio giornalistico, mentre altre quattro sono state già archiviate a Padova e a Venezia. “Non vi è neppure un fatto tra quelli che nel corso della trasmissione sono stati riferiti come accaduti che sia risultato non veritiero”, scrive il Gip. “La conduttrice Gabanelli senza esprimere alcun giudizio ha semplicemente messo in fila tutta una serie di dati oggettivi”. Anche sulla questione del presunto video hard che avrebbe ritratto Tosi con un trans, il Gip, dopo averlo definito ‘fantomatico’, dà atto che Milena Gabanelli “contrariamente a quanto sostenuto da Flavio Tosi nella querela per diffamazione per mezzo televisivo, non dà affatto per scontata l’esistenza del video”.
Non solo, Gabanelli precisava in tv che “l’interesse rispetto a questa notizia non risiedeva certo nello scoprire quali fossero i gusti sessuali del sindaco Tosi ma di comprendere se davvero, come riferito da alcune fonti palesate nel corso del servizio, la storia di questo fantomatico video hard fosse utilizzata come arma di ricatto per condizionare l’operato di Tosi come politico”.
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