Venti minuti di tempo appena per leggere (e comprendere) il bilancio del gruppo M5s alla Camera dei deputati: la regola, imposta dal tesoriere grillino a Montecitorio Francesco Silvestri, fa a pugni con la tanto sbandierata trasparenza dei Cinque stelle. Domani alle ore 16, i deputati grillini si riuniranno in un'assemblea virtuale per approvare il rendiconto 2019 (spese ed entrate) sui fondi assegnati al gruppo. Sarà una votazione a scatola chiusa che sta creando non molti malumori tra gli onorevoli pentastellati. Anche perché il tesoriere Silvestri ha ordinando agli uffici parlamentari del gruppo M5s di non rilasciare alcuna copia del bilancio ai singoli parlamentari.
In pratica, c'è il timore, ai piani alti dei Cinque stelle, che l'utilizzo dei fondi sia oggetto di contestazioni e polemiche. Ad inizio settimana a tutti i parlamentari è arrivata una mail: poche righe con la convocazione per domani alle 16 dell'assemblea telematica per dare l'ok al bilancio del gruppo parlamentare. Nella mail vengono chiariti due punti: nessun deputato può avere copia cartaceo del bilancio e la consultazione di persona è consentita per soli venti minuti. In pratica, un fascicolo di migliaia di pagine dovrebbe essere visionato, spulciato e verificato in appena venti minuti. Delle due l'una: o Silvestri considera i colleghi parlamentari dei geni dell'economia o il contrario (nessuno è in grado di capire cifre e conti). Ma la spiegazione potrebbe essere molto più semplice: meno tempo, meno possibilità di scoprire magagne e spese contestate. Così sarà inevitabile il via libera senza polemiche.
Ma i veleni sono, comunque, esplosi nelle chat dei parlamentari. C'è poi una terza regola: la consultazione (della durata 20 minuti) può avvenire in giorni prestabiliti: dal 9 all'11 (dalle ore 10 alle 18) giugno. Però in questo caso c'è l'alibi del covid: bisogna evitare assembramenti negli uffici parlamentari. E non sarebbe stato più sicuro se il tesoriere Silvestri avesse autorizzato l'invio telematico del bilancio? Ma in quel caso sarebbe stato rischioso per i vertici del Movimento. Sarebbero venute fuori spese non concordate? Eppure, non si tratta di briciole.
Per ogni parlamentare la Camera assegna un importo pari 47.856 euro. Il Movimento, tra addii ed espulsioni, con 202 deputati gestisce un budget che sfiora i 10 milioni di euro l'anno. Una bella torta divisa tra consulenze, spese per gli uffici e collaboratori. Quanto si spende per lo staff comunicazione? Quanti sono i soldi stanziati per gli uffici legislativi? I parlamentari potranno avere solo un'idea approssimativa.
Nella passata legislatura fece scalpore lo studio (pagato 183mila euro) commissionato al sociologo Domenico De Masi per analizzare le evoluzioni nel settore del turismo e della cultura. In molti non ne sapevano nulla. Il fascicolo completo sul bilancio 2019 sarà consultabile solo dopo la pubblicazione sul sito della Camera. Ma quando i parlamentari l'avranno già approvato.
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