"Trattato da estorsore, un bersaglio sul volto". Il giorno di celebrazioni per sant'Antonio martire

A Napoli Antonio Scurati viene accolto come il "santo" in processione

"Trattato da estorsore, un bersaglio sul volto". Il giorno di celebrazioni per sant'Antonio martire
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A Napoli Antonio Scurati viene accolto come il «santo» in processione. Applausi e lacrime. Standing ovation per l'ultima icona della sinistra. La beatificazione è veloce, si compie nel giro di 24 ore. Tutti, dopo la decisione della Rai di tagliare il monologo dello scrittore dal programma di Serena Bortone, vogliono salire sul carro di Sant'Antonio. Eccolo il nuovo eroe nazionale della resistenza anti-meloniana. Al Nazareno si litiga sulle liste per le Europee. Ma l'apertura della direzione nazionale è dedicata a Scurati: «Vorrei un applauso di solidarietà ad Antonio Scurati oggetto di una censura molto grave per aver scritto cose giuste» - dice la segretaria Elly Schlein. Pina Picierno, eurodeputata uscente del Pd, batte tutti per fantasia: «Proporrò di leggere l'intervento di Scurati durante la prossima plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo». Lo scrittore-santo si gode l'affetto. E da Napoli, dove partecipa all'evento di «Repubblica delle Idee», spiega la sua versione: «Qualcuno mi ha dipinto come una specie di estorsore. Il problema è che questo qualcun altro non è uno qualunque, è il capo del Governo». Platea in estasi. Scurati rifiuta l'abito della vittima: «Mi ha dato fastidio il fatto che un post della presidente del Consiglio mi ha costretto a una replica, che mi mette in una posizione vittimaria, posizione che non voglio assumere, ma siccome c'erano delle falsità incontrovertibili sul piano fattuale, ho dovuto replicare. Ma non voglio fare la vittima». Altro giro di applausi arriva quando lo scrittore-giornalista alza il tiro: «Se il capo punta il dito contro il nemico e i giornali, o meglio i giornasquadristi fiancheggiatori del governo ti mettono sulle prime pagine, con il titolo sotto l'uomo di M., ti disegnano un bersaglio intorno alla faccia. Poi magari qualcuno che mira a quel bersaglio c'è. Succede, è già successo». È il colpo di teatro: Scurati si paragona a Giacomo Matteotti. Nel delirio anti-fascista evoca addirittura la marcia su Roma: «È sbagliato e fuorviante aspettare la camicia nera, pensare che si ripresentano nuovamente. Ci sono altre forme di violenza, non fisica, ma verbale, intimidatoria, nuove forme di aggressione alla democrazia che hanno radici lontane. Non marciano su Roma, arrivano a Roma vincendo libere e democratiche elezioni». Al grido di «Viva l'Italia antifascista», Scurati chiude il suo intervento, rileggendo nel cortile di Palazzo Reale di Napoli il monologo, integrato per l'occasione con riferimenti a Giorgia Meloni: «Ha scaricato sui soli nazisti le stragi compiute con la complicità dei fascisti repubblichini». Fuori la beatificazione corre da una parte all'altra dell'Italia. A Bergamo i candidati finalisti del Premio Strega leggono tutti insieme il testo del monologo sul 25 aprile. Oggi negli Atenei italiani, su iniziativa dell'Udu (movimento studentesco di sinistra), si fermeranno le lezioni per leggere il monologo. Monica Maggioni fa sapere: «Ho chiesto ad Antonio Scurati di raggiungerci, non poteva farlo ma l'avrei voluto perché con lui avremmo parlato di antifascismo, una parola chiave alla vigilia del 25 aprile, una parola alla base della nostra Costituzione». Romano Prodi, nerissimo per la decisione di Schlein di candidarsi alle Europee, si lancia sul caso Scurati: «Sottoscrivo parola per parola del suo monologo».

E una lettura collettiva del monologo di Scurati sul 25 aprile sarà proiettata prima della cerimonia di premiazione del Premio Pimentel Fonseca, nell'ambito del festival internazionale di giornalismo civile «Imbavagliati».

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