Ormai è un attacco continuo. Anche dopo il brutale stupro dei due esponenti di CasaPound, il ministro della Difesa Elisabetta Trenta ha trovato il modo per polemizzare con Matteo Salvini. Non è affatto con lui sull'idea di applicare la castrazione chimica agli stupratori. "Usa una delle paure più grandi che una donna può avere per fare campagna elettorale", lamenta rinfacciando, in una luna intervista al Corriere della Sera, al Carroccio di aver concepito una misura che "non va a colpire gli stupratori visto che sarebbe su base volontaria".
"Lo stupro e la violenza contro le donne è una cosa terribile sempre, indipendentemente dal ruolo che si riveste", mette in chiaro la Trenta ai miccrofoni del Corriere della Sera. "Certo - continua - se vesti una carica pubblica è ancor più condannabile. Ma io non voglio immaginare cosa abbia potuto passare quella povera ragazza. Sono delle bestie lo ripeto. Sono persone senz'anima". A CasaPound, che ha subito espulso Francesco Chiricozzi e Marco Licci, non fa sconti e gli rinfaccia di non aver cacciato Chiricozzi quando tre anni fa aveva pestato a cinghiate un ragazzo. "Nemmeno ci spreco il tempo a commentare CasaPound - dice - davvero si pensa che una forza politica del genere abbia una coerenza? Gridavano pure loro alla castrazione chimica e poi avevano uno stupratore dentro casa". Quindi ricorda quando sui social Chiricozzi pubblicava su Facebook post in difesa delle donne. "Poi - fa notare - ne ha picchiata una, l'ha violentata, l'ha umiliata. È vergognoso. Basta questo a mostrare la differenza tra le parole e i fatti".
A Salvini la Trenta non rinfaccia solo la campagna a favore della castrazione chimica per gli stupratori e i pedofili ma anche l'alleanza con CasaPound. "Credo sia un problema della Lega - attacca il ministro - ma non perché sia di estrema destra o meno, proprio perché è una forza politica fuori dal mondo. Si divertono a fare i picchiatori in giro. E questa gente può cambiare il Paese? Mi viene da ridere". Anche sui temi dell'immigrazione trova l'occasione per prendere le distanze dal leader del Carroccio: "Io credo che l'immigrazione incontrollata sia un vero problema perchè la sicurezza dei nostri confini è un dovere dello Stato. Il punto è quando si confondono gli slogan con i fatti, la finzione con la realtà, la bugia con la verità".
E ribadisce che "chi fugge da una guerra può richiedere protezione internazionale". E questo vale, a suo avviso, per tutti i disperati che partono dalla Libia. Anche lei pensa che il sottosegretario Armando Siri debba dimettersi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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