Tributo a Martino a un anno dalla morte. Gianni Letta: "L'Europa nacque a casa sua"

Il ricordo dell'ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio. La commozione di Fontana e gli elogi di Capezzone e Porro

Tributo a Martino a un anno dalla morte. Gianni Letta: "L'Europa nacque a casa sua"

Europeista, filoatlantico, liberale, ma soprattutto un grande uomo. Questo è il ricordo che ha tributato ieri la Camera dei deputati ad Antonio Martino, economista, ministro degli Esteri e della Difesa ed esponente di Forza Italia. Ad un anno dalla scomparsa, a Montecitorio erano presenti la moglie Carol Erickson, le figlie Alberta ed Erica, il nipote Pietro Marcellino e tanti amici e uomini delle istituzioni che si sono uniti alla famiglia Martino. E la commozione del presidente della Camera Lorenzo Fontana ha confermato che quello di ieri non è stato un ricordo convenzionale. La terza carica dello Stato ha definito Martino come un «protagonista della vita politica e intellettuale degli ultimi decenni». Ad introdurre l'evento è stato il giornalista Daniele Capezzone, che ha ringraziato il presidente della Camera Fontana «perché un anno fa, i giorni successivi alla scomparsa di Martino, ci fu molto rispetto ma anche tanta avarizia in ogni sede istituzionale e nei media nel suo ricordo». Gianni Letta, che è stato sottosegretario alla presidenza del Consiglio del primo governo Berlusconi, ha definito Antonio Martino «un gran signore, una persona spumeggiante che amava la battuta sferzante, ma sempre nel rispetto degli avversari». Letta ha sottolineato che l'ex ministro «ha visto nascere l'Europa a casa sua a 13 anni», quando suo padre Gaetano Martino, da ministro degli Esteri, nel 1955, «invitò i ministri degli Esteri del futuro MEC a Messina» per una Conferenza che segnò la svolta per i trattati di Roma (1957). Letta ha tracciato il coraggio dell'esponente politico di Forza Italia della difesa del «primato della persona» e «contro le politiche dirigiste», definite dallo stesso Martino come «dispotiche».

Il filosofo Raimondo Cubeddu ha illustrato il pensiero di Martino. Prendendo le mosse dal suo liberalismo, il docente ha ricordato un aspetto poco conosciuto della vita accademica di Martino, la presidenza della prestigiosa Mont Pelerin Society, fondata da Friedrich von Hayek, preceduta da quella di Bruno Leoni. Aspetto che è stato ricordato anche dall'economista Guido Stazi. Il vicedirettore de il Giornale Nicola Porro, autore di un saggio su Antonio Martino dal titolo «Il Padreterno è liberale.

Antonio Martino e le idee che non muoiono mai» (Piemme), ampiamente citato da Gianni Letta, ha spiegato che su Martino è stato commesso un errore quando è stato definito «iperliberista», solo perché «non era un conformista. Questo non significa affatto che fosse un estremista».

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