Trincee, soldati e tripla difesa. Mosca sfida la controffensiva

Il Cremlino si prepara all'attacco ucraino: postazioni su Zaporizhzhia. La Nato: inviati 1.550 blindati e 230 tank

Trincee, soldati e tripla difesa. Mosca sfida la controffensiva

Ci sono due versioni, come sempre. E ad entrambe bisogna fare la tara. Da quelle versioni poi, si può trarre una parte della realtà anche se forse non quella definitiva. Quel che è certo è che dopo oltre un anno, tra attacchi, difese e contrattacchi, la guerra in Ucraina sia arrivata a una fase di stallo. Che non significa affatto tregua o presagio di fine del conflitto. Ma adesso, quello che tutti aspettano, è la controffensiva da parte di Kiev. Per rispondere duramente ai continui, seppur meno violenti, attacchi di Mosca. Ma soprattutto per costringere la Russia a trattare, se e quando sarà possibile, da basi differenti nei rapporti di forza con l'Ucraina, leggasi territori occupati e concessioni da ottenere. Ma la tanto decantata e agognata controffensiva deve ancora partire e già è diventata guerra di posizione. E di parole. Di chi la controffensiva la aspetta, da schieramenti opposte.

E così il ministro della Difesa ucraino Reznikov spiega che «le aspettative sul contrattacco ucraino si sono decisamente surriscaldate» cercando in qualche modo di frenare le attese. «Sono d'accordo che tutti vogliono un'altra vittoria. Prima non credevamo nella vittoria, volevamo solo che l'Ucraina sopravvivesse. Ora tutti hanno iniziato a credere nella vittoria, però siamo d'accordo su questo messaggio: Ragazzi, non sopravvalutate le vostre stesse aspettative in modo da non restare delusi in seguito. Non è così semplice, è una guerra», ha concluso. Pronti sì ma guardia alta. Altissima. Anche perché dall'altra parte, le minacce, anche di una possibile escalation nucleare non mancano con la mai troppo affidabile portavoce Maria Zakharova che racconta: «Non consiglio a nessuno di dubitare della nostra determinazione e di mettere alla prova la nostra pazienza nella pratica».

Ma intanto sul campo, al di là delle parole di facciata, i russi si preparano eccome. Mentre filtra la notizia che il generale Mikhail Mizintsev, tristemente noto come il «macellaio di Mariupol», sarebbe stato rimosso da vice ministro della Difesa, le truppe di Putin stanno scavando trincee e allestendo fortificazioni nei territori occupati in Ucraina, là dove si aspettano di finire sotto attacco, in particolare intorno a Zaporozhzia e lungo il confine con la Crimea. Lo dimostrano immagini satellitari, confermate anche un report dell'Istituto americano per lo studio della guerra secondo cui l'esercito russo ha trasferito veicoli corazzati e sistemi di artiglieria dalla Crimea per sostenere le operazioni offensive russe in corso «nella regione di Donetsk o in altre aree del fronte, preparandosi a una possibile controffensiva dell'Ucraina». Un luogo strategico su cui si stanno concentrando le forze russe è senza dubbio la centrale nucleare di Zaporizhzhia. Secondo un altro report, questa volta britannico, l'esercito «ha allestito posizioni di combattimento con sacchi di sabbia sui tetti di molti dei sei edifici che ospitano i reattori della centrale». L'impianto, il più grande d'Europa, è sotto controllo di Mosca dal marzo 2022 ma si tratta della prima volta che si vedono atti concreti di pianificazione della difesa tattica. «È probabile che la Russia abbia costruito queste posizioni perché è sempre più preoccupata dalle prospettive di una grande offensiva», spiegano da Londra aggiungendo che «è improbabile che si verifichino danni catastrofici diretti ai reattori nella maggior parte degli scenari plausibili che prevedono l'uso di armi di fanteria, poiché le strutture sono molto rinforzate».

La controffensiva, dunque, ci sarà. Ancora non è certo se si tratterà di giorni, settimane o se si arriverà ad attenderla fino all'estate. Ma ci sarà. I dubbi, semmai, sono sull'esito positivo o meno dell'operazione ucraina. Gran parte dipende dal rifornimento di armi che Kiev avrà a disposizione, con gli appelli all'Europa e all'Occidente che continuano di giorno in giorno. Mentre il segretario della Nato Stoltenberg ha fatto il punto sulle ultime dotazioni: gli alleati hanno dato a Kiev 1.

550 veicoli blindati e 230 carri armati, mezzi che potranno fare la differenza e che corrispondono al 98% degli armamenti promessi. Perché oltre alle parole, alle strategie e alle tattiche, piaccia o no, a fare la differenza è quanto succede sul campo.

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