La scienza non ha colore politico, non è un'opinione confutabile e va divulgata con chiarezza. Senza dare la parola in tv a dj o cantanti ma a chi dice cose vere e fondate. E soprattutto facendo pulizia di tutti quegli pseudo stregoni che illudono le mamme dei bambini autistici di curare i loro figli con vitamine e camere iperbariche, che promettono di far sparire i tumori con bicarbonato e limone e che sostengono che la malattia sia solo una suggestione dell'anima.
Contro la valanga di fake news degli ultimi anni è nato il Patto trasversale per la scienza. Trasversale perché coinvolge medici e scienziati ma è stato sottoscritto anche da magistrati, comunicatori e da tutti quei cittadini che vogliono ristabilire la verità. «Finalmente abbiamo un manifesto - spiega il presidente dell'associazione Pier Luigi Lopalco, professore di igiene e medicina preventiva all'università di Pisa - che parla alla politica ma anche alla società civile, perché ricordiamoci che i ciarlatani che diffondono cure false indossano spesso il camice bianco». Tra questi ci sono parecchi pediatri, uno su tre, che prescrivono rimedi omeopatici al posto degli antibiotici. Ci sono alcune ostetriche che sulle vaccinazioni danno informazioni sbagliate e inutilmente allarmanti. O ci sono quelli, come il medico di Teramo a un passo dalla radiazioni, che muovono critiche senza base scientifica sul vaccino, fondamentale, anti Papillomavius Hpv.
«Le forze politiche - chiede il manifesto - si impegnino a sostenere la scienza come valore universale di progresso dell'umanità senza alcun colore politico. Non tollerino forme di pseudoscienza che mettano a repentaglio la salute pubblica come il negazionismo dell'Aids, l'anti-vaccinismo, le terapie non basate su prove scientifiche». E si impegni ad aumentare i finanziamenti a favore della ricerca.
Tra i firmatari del patto anche rappresentanti politici chiave come la senatrice grillina Elena Fattori, la biologa che ha arginato la deriva No vax e che ha votato contro l'emendamento Cinque Stelle voluto per interrompere l'obbligatorietà dei vaccini a scuola, e l'ex ministro alla Salute Beatrice Lorenzin, che invece quella legge l'ha scritta: «Con l'obbligo - spiega - siamo riusciti a raggiungere e far vaccinare il 95% dei bambini nati nel 2015 ma abbiamo un grandissimo ritardo per quelli nati nel 2010. Oltre alla sensibilizzazione su tutti i nuovi bambini nati adesso, bisogna informare anche i ragazzi già grandi dei licei e delle medie. L'obbligatorietà non è il fine della legge ma è un mezzo, bisogna ricostruire un ponte della cultura scientifica».
A sottoscrivere il patto pro scienza anche Raffaele Guariniello, il magistrato che si è occupato di Mucca pazza, del metodo Di Bella e che infine ha messo fuori legge il metodo Stamina inventato da Davide Vannoni per trattare le malattie neurodegenerative spillando fra i 30 e i 40mila a paziente per ogni ciclo. «Oggi ha vinto la scienza» aveva dichiarato al momento della sentenza. «In realtà - spiega ora Guariniello - la battaglia a favore della scienza non è affatto finita.
Nei processi è molto difficile trovare consulenti super partes che non facciano gli interessi di una parte o dell'altra e credo sia di estrema importanza stabilire un codice etico anche nel nostro settore». Tra le firme celebri anche quella dello scienziato Silvio Garattini e, ca va sans dire, del virologo Burioni che «in attesa di trovare un vaccino contro la stupidità, dobbiamo pretendere almeno informazioni corrette».
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