Milano. L'orologio d'oro, da cui non si sarebbe mai separato, era sparito. Così come il denaro nel portafoglio e il telefono cellulare. Anomalie non certo di poco conto. E che hanno immediatamente attirato l'attenzione dei carabinieri della stazione di Bergamo che martedì mattina hanno ritrovato il cadavere del noto imprenditore seriano Angelo Bonomelli, 80 anni, residente a Trescore Balneario, titolare di Villa Ortensie, spa a Sant'Omobono Terme, in Valle Imagna e della nota impresa di onoranze funebri bergamasca che portava il suo nome. Il figlio aveva sporto denuncia per il mancato rientro a casa dell'anziano la sera precedente e il Suv di Bonomelli era stato individuato la mattina successiva dagli investigatori dell'Arma in un parcheggio a Entratico: sul sedile del conducente, accasciato, il corpo senza vita dell'uomo. Nonostante l'assenza di evidenti lesioni sul corpo e una scena che non lasciava pensare a una morte violenta i militari, d'accordo con la Procura, hanno ricostruito la dinamica degli eventi di lunedì. Nel tardo pomeriggio Angelo Bonomelli aveva raggiunto un 33enne per discutere del rilancio sui social delle terme di sua proprietà nel comune di Sant'Omobono Terme. I due erano stati raggiunti da altre tre persone, un pensionato di 68 anni e due ragazzi disoccupati di 23 e 24 anni tra cui una donna, tutti italiani, residenti in provincia di Bergamo e tutti pregiudicati per furto e rapina. L'imprenditore si era quindi soffermato a fare due chiacchiere fuori dal bar dove uno dei ragazzi gli aveva allungato una bevanda nella quale, come si scoprirà poi, era stata disciolta una sostanza degli effetti narcotizzanti. Trascorsi pochi minuti, infatti, l'anziano si era accasciato; uno dei ragazzi, dopo averlo sorretto, lo aveva portato a bordo del suo Suv, parcheggiato a poco distanza dal bar. A quel punto uno dei giovani, si era messo alla guida della vettura e, con un complice accanto, avevano portato Bonomelli in un parcheggio pubblico poco distante, seguiti dagli altri due complici su una utilitaria. Una volta nel parcheggio i due sul Suv avevano sistemato il corpo della vittima sul sedile del conducente, non prima di avergli sottratto l'orologio (subito portato a un compro oro della zona), i contanti e il cellulare (trovato ancora addosso a uno dei 4 arrestati). Non appena ritrovato il cadavere tutti avevano pensato o a un malore improvviso, senza sospettare un delitto.
Ma la sparizione dell'orologio, del denaro e del telefono, insieme ai risultati dell'autopsia che hanno rilevato nel sangue il narcotico in forte quantità, hanno dato corpo ai sospetti, poi confermati dai video delle telecamere di sorveglianza, dalle testimonianze degli avventori del bar, dalla cellula del cellulare e dalla confessione finale dei criminali finiti in manette con l'accusa di omicidio volontario.
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