
Nuovo cambio di rotta di Donald Trump sulla guerra in Ucraina. Il presidente americano sta pensando di imporre sanzioni alla Russia fino a quando non saranno raggiunti un cessate il fuoco e un accordo sulla pace. «Sulla base del fatto che la Russia sta martellando l'Ucraina sul campo di battaglia in questo momento sto seriamente prendendo in considerazione sanzioni bancarie su larga scala, sanzioni e dazi fino a quando non verrà raggiunto un cessate il fuoco e un accordo di risoluzione finale sulla pace - afferma il tycoon - Russia e Ucraina, sedetevi al tavolo subito, prima che sia troppo tardi». Parlando con i giornalisti alla Casa Bianca, The Donald ribadisce comunque di «credere» a Vladimir Putin quando dice di volere la pace.
«Penso che ce la stiamo cavando molto bene con Mosca. Francamente, trovo più difficile trattare con Kiev, non hanno le carte in regola», sottolinea. E a chi gli chiede se lo zar del Cremlino stia approfittando della sospensione degli aiuti militari degli Stati Uniti all'Ucraina, risponde: «Sta facendo quello che farebbe chiunque altro... E penso che lo stia colpendo (Zelensky, ndr) più forte di quanto non abbia mai fatto prima». Trump spiega di aver sospeso gli aiuti a Kiev perché «devo sapere che vogliono un accordo, e io non so se vogliono un accordo. Se non vogliono, ce ne andiamo...». Quindi torna a ribadire la sua posizione sull'Europa, che «non sa come mettere fine alla guerra, io penso di sapere come fare». Secondo le fonti dell'agenzia Bloomberg, Putin è disposto a discutere una tregua temporanea in Ucraina a condizione che si facciano progressi verso un accordo di pace definitivo: per un'intesa sulla cessazione delle ostilità ci dovrebbe essere quindi una chiara intesa sui principi quadro di quella finale. La Russia insisterà - aggiunge Bloomberg - per stabilire i parametri di un'eventuale missione di peacekeeping, compreso l'accordo su quali Paesi vi prenderanno parte. Volodymyr Zelenksy, da parte sua, dice di volere «la pace il prima possibile», in vista dell'incontro tra Stati Uniti e Ucraina della prossima settimana in Arabia Saudita. «Un lavoro molto intenso con il team del presidente Trump è andato avanti per tutto il giorno a diversi livelli, con molte chiamate. Il tema è chiaro: la pace il prima possibile», sottolinea. E il suo ministro degli Esteri, Andriy Sybiga, in una chiamata con il segretario di Stato Usa Marco Rubio afferma che Kiev vuole che la guerra finisca e «la leadership degli Stati Uniti è essenziale per raggiungere una pace duratura». Nel frattempo, Trump sta valutando un cambiamento significativo nella partecipazione degli Usa nella Nato, come rivelano tre funzionari del governo e uno del Congresso a Nbc News.
Il tycoon ha discusso con i suoi consiglieri la possibilità di calibrare l'impegno americano in modo da favorire i membri dell'alleanza che spendono una percentuale fissa del loro Pil per la difesa. Si tratterebbe di una modifica significativa rispetto a un principio fondamentale dell'Articolo 5, il quale afferma che un attacco a qualsiasi Nazione della Nato è un attacco a tutte. Il ragionamento non è nuovo: Trump ne aveva accennato anche nel febbraio 2024 in campagna elettorale, e giovedì ha ribadito che gli Usa non interverranno per sostenere chi a suo parere non rispetta le regole. «Se non pagano, non li difenderò», ha detto.
L'attuale amministrazione - proseguono le fonti - ha già segnalato agli alleati del Vecchio Continente che Washington potrebbe ridurre la presenza militare in Europa, e un'opzione ora in esame è quella di riposizionare alcune truppe nella regione in modo che siano concentrate nei Paesi Nato che hanno aumentato la loro spesa per la difesa.
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