Trump fa il negoziatore. "Con me questa guerra non sarebbe iniziata"

Il tycoon: "Colloquio molto buono con Putin. Il processo verso la pace è in pieno svolgimento"

Trump fa il negoziatore. "Con me questa guerra non sarebbe iniziata"
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Per mesi Donald Trump ha ripetuto come un leitmotif che una volta insediatosi alla Casa Bianca avrebbe risolto il conflitto tra Russia e Ucraina in meno di ventiquattr'ore. Un'esagerazione, come lui stesso ha confermato nei giorni scorsi. «Ero un po' sarcastico quando l'ho detto. Ciò che intendo dire in realtà è che vorrei risolvere la questione, e credo che ci riuscirò», ha ammesso. Quel che è vero, in effetti, è che il presidente americano punta a tutti i costi a mettere il sigillo alla pace dopo oltre tre anni di guerra. E ieri ha celebrato il primo successo messo a segno nella telefonata con Vladimir Putin. «La mia conversazione con il presidente russo è stata molto buona e produttiva. Abbiamo concordato un immediato cessate il fuoco su tutta l'energia e le infrastrutture, con l'intesa che lavoreremo rapidamente per avere un cessate il fuoco completo e, in definitiva, la fine di questa orribile guerra», ha commentato su Truth. Quindi, ha ripetuto per l'ennesima volta che «questo conflitto non sarebbe mai iniziato se fossi stato il presidente». «Sono stati discussi molti elementi di un accordo di pace, incluso il fatto che migliaia di soldati vengono uccisi e sia Putin che Zelensky vorrebbero veder finire questo - ha aggiunto - Quel processo è ora in pieno vigore ed effetto e, si spera, per il bene dell'umanità, porteremo a termine il lavoro». The Donald ha detto nei giorni scorsi che gli Stati Uniti devono spingere Kiev «a fare la cosa giusta», mentre ricordava lo scontro pubblico con il presidente Zelensky nello Studio Ovale del mese scorso.

«Molte persone vengono uccise lì e dovevamo convincere l'Ucraina a fare la cosa giusta. Non è stata una situazione facile - ha spiegato - Ma penso che ora stiano facendo la cosa giusta e stiamo cercando di ottenere un accordo di pace. Vogliamo ottenere un cessate il fuoco e poi un accordo di pace». Il comandante in capo ha già chiarito che vuole discutere quali parti dell'Ucraina occupata la Russia potrà mantenere, affermando nel fine settimana che Mosca e Washington stanno parlando di «dividere alcuni beni». Dopo che Kiev ha accettato di interrompere i combattimenti per 30 giorni e di avviare colloqui con la Russia, e Putin ha posto una serie di condizioni senza dare il suo via libera, il tycoon ha affermato sul suo social Truth che «molti elementi dell'accordo finale sono stati concordati, ma molto resta da risolvere». La strategia del Cremlino di temporeggiare sulla tregua non ha escluso che i contatti diplomatici con gli Usa proseguissero ad alti livelli in vista di un possibile faccia a faccia dei due leader nei prossimi mesi.

Trump, da parte sua, oltre a portare avanti di persona le trattative con i rispettivi leader, punta molto su Steve Witkoff, magnate dell'immobiliare come lui e suo amico di lunga data. Prima lo ha scelto come inviato speciale per il Medio Oriente, un ruolo che ora si è ampliato fino a includere il conflitto russo-ucraino.

E infatti proprio lui è stato indicato personalmente da Trump per volare a Mosca e incontrare Putin al posto del segretario di Stato Marco Rubio e di Keith Kellogg, nominato lo scorso gennaio inviato per la guerra, ma lasciato in un angolo poiché inviso allo zar del Cremlino.

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