Ennesima batosta legale per Donald Trump. Questa volta si tratta della causa civile a New York, dove un giudice ha dato ragione alla procuratrice generale dello stato Letitia James affermando che l'ex presidente e i suoi figli adulti sono responsabili di frode. Il togato Arthur Engoron ha affermato che hanno fornito per circa un decennio false informazioni finanziarie gonfiando il valore dei loro asset sino a 3,6 miliardi di dollari nei confronti di banche e assicurazioni, per concludere affari e ottenere prestiti migliori. La sentenza, arrivata pochi giorni prima dell'inizio, il 2 ottobre, del processo senza giuria istruito dalla procuratrice generale, è un duro colpo per l'impero finanziario del tycoon e per la sua immagine di imprenditore scaltro e di successo. Il giudice ha annullato alcune delle licenze commerciali degli imputati, inclusa la Trump Organization, una mossa che rende così difficile o impossibile per l'ex presidente e i figli Donald Jr e Eric fare affari a New York. Inoltre, Engoron ha annunciato che continuerà a esserci una figura indipendente che supervisiona le operazioni della Trump Organization. «Una grande compagnia è stata diffamata e calunniata da questa caccia alle streghe politicamente motivata», ha tuonato il tycoon sul suo social Truth, attaccando un giudice che lo «odia», lamentando la mancanza di una giuria e rivendicando la correttezza del suo operato. Tanto più, ha precisato, che le sue dichiarazioni finanziarie non comprendevano «l'asset più pregiato, il mio brand» e recavano una «clausola che limita la responsabilità». Il giudice ha disposto che verrà istituito un curatore fallimentare per «gestire lo scioglimento» delle entità societarie: ci sono due proprietà di New York che fanno parte della causa, il grattacielo al numero 40 di Wall Street e il complesso della famiglia Trump a Seven Springs. Non è invece chiaro se la sentenza abbia un impatto sulle proprietà che si trovano fuori dallo stato di New York, incluso il restort di Mar-a-Lago, in Florida, e se i Trump possano trasferire le attività con sede nell'Empire State in una nuova società altrove. «Non vediamo l'ora di presentare il resto del nostro caso al processo», è stato il commento della procuratrice democratica James, acerrima nemica di Trump, che ha dato il via alla causa civile da 250 milioni.
Ieri sera, intanto, The Donald è voltato in Michigan, vicino a Detroit, per parlare agli operai di una fabbrica del settore dell'auto non sindacalizzata. Il tutto mentre in California andava in scena il secondo dibattito tra i candidati alle primarie repubblicane per Usa 2024, che lui ha deciso di boicottare.
L'obiettivo era da un lato togliere attenzione ai rivali di partito, e dall'altro corteggiare le tute blu e strappare i voti della working class al successore Joe Biden, all'indomani della sua storica visita ad un picchetto degli operai in sciopero contro General Mototrs, Ford e Stellantis.
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