Il nuovo governo di Donald Trump è dominato dai fedelissimi del presidente eletto. A partire dalla Giustizia, dove dopo aver nominato il 42enne controverso deputato della Florida Matt Gaetz come attorney general, ha scelto tre dei suoi avvocati personali nelle posizioni di vertice del ministero. Il tycoon ha sottolineato che «poche questioni in America sono più importanti del porre fine alla trasformazione in arma politica del nostro sistema della giustizia», e per farlo vuole essere sicuro di contare su figure che pongono la lealtà al primo posto.
Così, se Gaetz (sempre che venga confermato dal Senato) sarà una sorta di macchina da guerra mediatica, Todd Blanche ed Emil Bove, che lo hanno difeso nel processo per il pagamento all'ex pornostar Stormy Daniels, saranno i vice procuratori generali. Mentre un terzo legale di Trump, Dean John Sauer, che lo ha rappresentato (con successo) nel caso di immunità presidenziale davanti alla Corte Suprema, è stato scelto come solicitor general, una figura che supervisiona e conduce il contenzioso governativo presso il massimo organo giudiziario Usa.
Intanto, il senatore repubblicano John Cornyn vuole «assolutamente» vedere il rapporto della commissione etica della Camera sull'ormai ex deputato Gaetz, che si è dimesso giovedì dopo esser stato nominato ministro. Corbyn fa parte della commissione giustizia del Senato, che deve istruire la procedura di conferma della scelta, e anche il presidente del comitato Dick Durbin, un democratico, ha chiesto oggi che il dossier sia condiviso con i senatori. Lo speaker della Camera Mike Johnson, tuttavia, domanderà alla commissione etica di non pubblicare il rapporto: «Chiederò con forza che non esca. Non è così che facciamo le cose alla Camera, e penso che sarebbe un terribile precedente», sottolinea. Dopo l'archiviazione di un'inchiesta penale, il 42enne è stato indagato dal comitato per accuse di abusi sessuali (anche contro minori), uso di droghe, accettazione di doni impropri, favoritismi e ostruzione della giustizia.
Intanto Trump è al lavoro a Mar-a-Lago per completare la squadra con il team economico: ieri ha visto l'investitore Scott Bessent, candidato a ricoprire la carica di segretario al Tesoro, una delle più importanti della sua amministrazione. Secondo indiscrezioni riportate dal Washington Post il presidente eletto non sarebbe ancora convinto fra Bessent e Howard Lutnik, il miliardario amministratore delegato di Cantor Fitzgerald, ma non è escluso che con una (ennesima) mossa a sorpresa possa scegliere un candidato terzo come Larry Kudlow, conduttore di Fox News ed ex direttore del National Economic Council durante il suo primo mandato, o l'ex rappresentante per il Commercio Usa Robert E. Lighthizer. Bessent è considerato una garanzia di stabilità dagli economisti repubblicani e democratici, un moderato così come lo era Steven Mnuchin durante il primo mandato.
Anche Kudlow è stato in questi giorni a Mar-a-Lago, e diverse fonti confermano che è in lizza per un posto di alto livello in ambito economico nel suo governo. Chi invece non farà parte del nuovo gabinetto è il Ceo di JPMorgan Chase, Jamie Dimon. Trump ha detto sui social che non ha intenzione di chiedergli di entrare nell'amministrazione, e la reazione di Dimon è stata: «Sono 25 anni che non ho un capo e non sono pronto per iniziare adesso».
Intanto, tra i ranghi repubblicani si rafforza l'idea di avere Lara Trump come senatrice in Florida al posto di Marco Rubio, appena nominato segretario
di Stato, in modo da mettere al sicuro un posto chiave con una fedelissima del presidente eletto. E lei ha già risposto che «mi piacerebbe prendere in considerazione l'ipotesi se il governatore Ron De Santis lo chiederà».
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