La Truss compatta l'Inghilterra: non la vuole nessuno

La crisi, l'addio del ministro del Tesoro, il bluff delle pensioni: l'80% dei britannici contrario a Liz

La Truss compatta l'Inghilterra: non la vuole nessuno

La migliore didascalia su Liz Truss è stata pronunciata da re Carlo III: «Mio Dio, Lei è di nuovo qui!». Il primo ministro, dopo il goffo inchino dinanzi al sovrano, ha mostrato la stessa espressione di sempre e di mai, un po' persa, un po' stupita, un po' insomma. Come è «un po'» la sua avventura a Downing Street, secondo un sondaggio, più della metà dei membri conservatori pensa che lady L dovrebbe dimettersi e una maggioranza significativa sosterrebbe la nomina di un nuovo primo ministro da parte dei parlamentari conservatori. In segno di pentimento, il 55 per cento, in un sondaggio YouGov su oltre 500 membri Tory, ritiene che non ci siano alternative al ritiro immediato e soltanto il 38 per cento afferma che dovrebbe rimanere in carica.

L'ultimo sondaggio sulle opinioni dei parlamentari è arrivato poche ore dopo che un sondaggio separato ha rivelato che soltanto il 10% dei britannici ha un'opinione favorevole del primo ministro e l'80 è apertamente contro. Cresce il malcontento, sollecitato dalla crisi economica, dall'aumento dei costi dell'energia, dalla promesse non mantenute anzi ribaltate, dal licenziamento di Kwasi Kwarteng, ministro del Tesoro, da una serie di affermazioni e di decisioni che hanno stravolto i mercati, soffocato la sterlina, traumatizzati i pensionati già alle prese con sacrifici e rinunce. Il mito di una nuova Thatcher è svanito, Liz Truss è una tazza fredda di thé tiepido, la grande illusione di un dopo Johnson credibile e di slancio per i conservatori sta crollando nella crescita esponenziale dei laburisti che, in caso di elezioni, spazzerebbero via qualunque figurina del passato regime.

Il grande fallimento è riassunto in immagini messe in circuito su Youtube relative al civico 55 di Tufton Street, sito del mondo finanziario lobbistico, luogo che avrebbe prodotto Truss e altri esponenti di un sistema che bada alla speculazione, agli interessi di pochi e affossa le esigenze della comunità. Il clima è pesante, il re non può mettere bocca ma è bastata la sua esclamazione dinanzi al primo ministro per far capire ai sudditi che è di nuovo tempo di sudore e lacrime ma non c'è nessun sigaro, nessuna bombetta (bowler) e nessun Winston Churchill a salvare il paese. Gli inglesi sono nelle mani di Liz Truss che non sa, per l'appunto, dove mettere le stesse ed è riuscita nell'impresa di essere ancora più impopolare e antipatica del suo predecessore, Boris Johnson, così da suggerire una staffetta con Rishi Sunak che lei aveva battuto alle primarie o con la gagliarda Penny Mourdant.

Ma non è che sul fronte dell'opposizione sia un festival di freschezza, la metà degli elettori, consultati in un sondaggio, non amano Keir Starmer, leader laburista, ma basta e avanza per archiviare l'esperienza della Truss, la quale, finora, non ha compiuto una sola scelta, politica ed economica, condivisa addirittura dalla sua parte. Non si esclude, allora, il ricorso alle elezioni anticipate, per i conservatori si tratterebbe di una autobrexit, una mission possible dei cui soltanto Liz Truss sarebbe capace.

Come detto il totoprimo ministro è aperto: Ben Wallace, Rishi Sunak, Penny Mourdant, James Cleverly e, udite udite, sorry leggete leggete, Boris Johnson 2.0. Si annunciano sorprese nel week end e non soltanto in Italia. Un governo in caduta libera dopo sei settimane. A confronto, noi siamo patrioti eroici.

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