Atene Alexis come Luigi? In Grecia si andrà a elezioni anticipate, probabilmente in maggio con le Europee, e il premier Alexis Tsipras distribuisce bonus e prebende. Una sorta di mini reddito di cittadinanza in salsa ellenica, che anziché favorire nuovi poli occupazionali potrebbe riservare più di una sorpresa ai conti pubblici di Atene ancora in convalescenza.
Tsipras con l'avvicinarsi delle urne ha deciso le sue mosse: non taglia le pensioni dal 1 gennaio come previsto da memorandum, elargisce contributi una tantum per agricoltori, per il carburante da riscaldamento e scontri per le auto a gas. Annunciati anche 700 milioni di euro finanziati dal Fondo di sviluppo Taneo per generici nuovi business. Il tutto con il doppio obiettivo di recuperare consensi (in forte calo) e di far trovare le casse vuote a chi potrebbe succedergli. Il candidato dei conservatori-popolari, Kyriakos Mytsotakis di Nea Dimokratia, è avanti di 10 punti ed è stato invitato al meeting della Csu in Baviera lo scorso 3 gennaio perché sta mettendo a punto un programma di riforme liberali e pro-investimenti.
Il problema vero è che un altro default ellenico non solo è possibile, visto che i mercati non hanno ancora risposto alle politics di Syriza, ma al momento è visto come probabile con tutte le conseguenze del caso, come per chi ha prestato denari ad Atene, compresa l'Italia esposta per 40 miliardi. La Grecia sta attualmente cercando di camminare con le proprie gambe dopo l'uscita dal programma di salvataggio nell'agosto scorso, ma se l'economia non punterà su riforme vere pro-crescita e competenza, preferendo la scorciatoia dei bonus che ingrassano il debito pubblico, si potrebbe tornare al punto di partenza, nonostante il tanto sbandierato avanzo primario. Lo ha osservato anche l'ex premier socialista Costas Simitis, che ha previsto per Atene la possibilità di un nuovo memorandum: «Nella Ue è certo che dopo il 2018 la Grecia cercherà rapidamente prestiti dal meccanismo europeo di stabilità con l'inevitabile conseguenza di nuove condizioni sulla politica economica del governo greco».
L'Ue ufficialmente mostra i dati disponibili, la prima relazione della Commissione sulla «vigilanza rafforzata» per la Grecia, secondo la quale il progetto di bilancio per il 2019 garantisce l'obiettivo di un'eccedenza primaria del 3,5% del Pil. Numeri che si scontrano con la vita reale dei cittadini, che hanno perso un terzo del proprio potere di acquisto. Ufficiosamente, però, Bruxelles e Berlino si guardano intorno: lo dimostra l'agenda di domani della cancelliera Angela Merkel, attesa per una visita ufficiale ad Atene dopo cinque anni da quella del 2014 quando la crisi era appena detonata.
Dopo gli incontri con i vertici del governo Syriza, frau Angela sarà ricevuta anche dal leader popolare dell'opposizione. Quel Mytsotakis che sta preparando in queste settimane una sorta di piano B, se tutto dovesse precipitare nuovamente.
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