Turismo, incubo disdette. Nasce il coordinamento fra tutte le Regioni alpine

Le attività connesse al turismo in Italia valgono quasi 100 miliardi di euro

Turismo, incubo disdette. Nasce il coordinamento fra tutte le Regioni alpine

Le attività connesse al turismo in Italia valgono quasi 100 miliardi di euro. Basta questo dato per capire quanto sia fondamentale il turismo per l'economia e l'occupazione nazionale. Il turismo montano, sia estivo che invernale, è una fetta importante del totale ed ora autorità locali, operatori e addetti tremano. Secondo le previsioni, sull'arco alpino si aspetta un aumento delle presenze che rispetto allo scorso anno potrebbe sfiorare anche il 40% ma adesso tutto è tornato in discussione.

La pagina web di promozione del turismo sulla Marmolada continua a riportare in home page lo slogan «Sport, natura incontaminata, adrenalina, libertà: scegli la tua giornata perfetta. Scegli la tua vacanza perfetta» ma sono in tanti, oltre all'inevitabile cordoglio, ad essere in ansia per quella sarà la stagione estiva di fatto appena cominciata. Dall'ufficio turistico, per ora, nessun allarme: «Non abbiamo rilevato particolari problemi e nemmeno disdette - dicono - Ma molte chiamate di informazioni, domande e curiosità. Un po' di preoccupazione c'è». Anche per questo le Regioni dell'arco alpino stanno puntando a una strategia comune per la promozione turistica della montagna. Il presidente della Apt della valle di Fassa Paolo Grigolli, punta a un coordinamento con i colleghi di Trentino, Friuli, Lombardia, Piemonte e Valle d'Aosta. «Stiamo cominciando a lavorarci e pensiamo ad un momento di raccordo. Serve una corretta strategia comunicativa. Dobbiamo renderci conto che in montagna come al mare il rischio zero non esiste e la prudenza è l'elemento più importante», ha spiegato. «Dobbiamo trovare una linea comune che poi, in prospettiva, anche alla luce di quello che è successo sulla Marmolada, potrà estendersi alle regioni dell'arco alpino». L'intento è chiaro, evitare l'effetto psicosi legato alla montagna. Il rischio, però, c'è eccome. La scorsa notte per esempio, l'allerta meteo per forti temporali scattata a Courmayeur e in Val Ferret, ha portato alla chiusura di alcune strade e allarmato i turisti. Eppure si tratta di normali e pianificate attività di prevenzione del rischi sul territorio che vengono adottate con grande frequenza ma che in un momento come questo, inevitabilmente, hanno un'eco differente.

«È chiaro che, con queste temperature, ci vuole un livello di prudenza superiore, così come è evidente che la sostenibilità non è una moda ma una necessità», ha detto il ministro del Turismo Massimo Garavaglia, attivo in primo persona. Perché se è vero chela tragedia rimane e il cordoglio è fortissimo, è vero anche che il turismo non può fermarsi. Specialmente dopo la mazzata dovuta alla pandemia.

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