La tv dei Vescovi celebra il '68 e intervista un ex brigatista

La tv dei Vescovi celebra il '68 e intervista un ex brigatista

Il suo passato da ex brigatista è legato al sequestro del generale statunitense e allora comandante della Nato nell'Europa del Sud, James Lee Dozier, avvenuto nel dicembre 1981 a Verona. Armando Lanza, oggi nel suo sessantottesimo anno di vita, si è gettato alle spalle da tempo l'adesione alla lotta armata, entrata in crisi proprio durante il sequestro Dozier. Ha scritto anche un libro dedicato alla figlia, Le scarpe dimenticate, acqua santa e brigate rosse, in cui le scarpe sono quelle negate per la sua Cresima ma anche le scarpe di Che Guevara, uno suoi miti. Aveva anche pensato di diventare prete, Lanza, e il cortocircuito che l'ha portato a cadere dai comboniani alla lotta armata (per fortuna con viaggio di ritorno) è una delle tante vicende di una vita in altalena.

Adesso sarà uno degli ospiti di Tv 2000, la tv dei vescovi italiani, nell'ambito di un ciclo di interviste sul «Sessantotto cattolico», cinquant'anni dopo, realizzate da Monica Mondo per il programma Soul. «È ciò che accade quando la fede diventa ideologia, rischio sempre in agguato» commenta la giornalista. In questi giorni che corrono verso un altro anniversario, il quarantesimo del ritrovamento del corpo di Aldo Moro, avvenuto il 9 maggio del 1978, la notizia dell'intervista tv è di un'attualità più pungente. Anni di piombo e Sessantotto in prima serata con le loro domande inevase.

Il parterre è vario. Tra gli ospiti, sacerdoti come il cardinale Angelo Scola, figlio di un camionista non insensibile alle sirene socialiste, già presidente della Fuci, innamoratosi di don Giussani.

Poi don Gino Rigoldi, cappellano del carcere minorile milanese, il vescovo anti 'ndrangheta Giancarlo Bregantini, don Vinicio Albanesi, della comunità di Capodarco e padre Fabrizio Valletti, gesuita parroco a Scampia, che aveva occupato la Gregoriana. C'è Mario Capanna, leader del Movimento studentesco della Cattolica, e il sociologo Francesco Alberoni. Dal 1968 al 1970 Alberoni è stato rettore dell'Università di Trento, luogo dal quale molto è partito.

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