Ubaldo Bocci: "A Firenze manca una visione, una prospettiva. Ecco cosa farò una volta eletto"

Il candidato sindaco del centrodestra spiega la sua strategia per entrare a Palazzo Vecchio e far risplendere tutta Firenze, non solo la "cartolina" per turisti di cui si sono occupati Renzi e Nardella

Ubaldo Bocci: "A Firenze manca una visione, una prospettiva. Ecco cosa farò una volta eletto"

“Firenze non è solo quella della cartolina da vendere ai turisti, racchiusa nel quadrilatero che va dal Duomo a piazza della Signoria, da Santa Croce a San Lorenzo….. ”. Ubaldo Bocci, candidato sindaco per il centrodestra, di questo è convinto più che mai. La città conta 380mila abitanti, con 15-16mila che risiedono nel centro storico e moltissimi turisti che vi transitano ogni giorno. “Io voglio occuparmi di tutta la città - assicura Bocci - portando il centro in periferia”. (Leggi l'intervista integrale su L'Arno.it).

Abbiamo seguito Bocci per un'intera giornata tra diversi impegni della sua campagna elettorale. Una giornata intensa, fatta di incontri per strada, nei quartieri centrali e semicentrali così come in periferia. Difficile stargli dietro, quando si destreggia tra i cantieri di via dei Serragli, in Oltrarno (zona Santo Spirito). Incontra i negozianti e raccoglie le loro proteste. Va bene fare i lavori, sventrare le strade e sistemare i marciapiedi, ci mancherebbe. Ma “quando si fanno non bisogna poi doverci rimettrere mano a breve, come invece è accaduto”. “Basta coi cantieri infiniti, che mettono in ginocchio i negozianti”. Qualcuno di loro denuncia un calo anche del 40-50% dei ricavi. In via Palazzuolo, a due passi dal centro “nobile”, la situazione è grave. Si tratta di una delle diciassette zone rosse decise dal prefetto per motivi di sicurezza, “nelle mani della microcriminalità”, come denunciano i rappresentanti del comitato di cittadini “Palomar”, che si batte contro degrado e insicurezza. “Se non si fanno rinascere queste zone la criminalità prenderà sempre più piede”, osserva Bocci. A chi gli chiede come il candidato del centrodestra risponde: “Bisogna puntare sui giovani e sulle botteghe artigiane, con incentivi e agevolazioni”. In questa via incontra il titolare di un negozio di biciclette, una bottega di restauro - una delle poche rimaste – e un anziano sarto, uno di quelli che “resiste” e va avanti con il suo lavoro.

"Questa è la Firenze che ho in mente" - (Guarda il video)

La tappa successiva è nelle case popolari di via Accademia del Cimento. Qui parla coi residenti e si fa raccontare i problemi più sentiti: “Siamo stati abbandonati”. “I rom che il Comune ha mandato qua fanno i loro comodi e non rispettano le regole”. Alcuni cittadini si accapigliano fra loro. Bocci ascolta tutti e chiarisce di non “avere la bacchetta magica”, ma di volersi occupare di questi quartieri, che sono stati lasciati al loro destino da chi da sempre governa la città. A un certo punto chiede ai presenti: “Che ne direste di mangiare insieme a Pasqua in questo bel giardino? Ognuno porta qualcosa...”. Dopo pochi giorni quella che poteva sembrare solo una boutade elettorale si realizza. Bocci vuol ridare speranza alle periferie, portando più sicurezza (anche col presidio dei militari) ma non solo. Serve un nuovo modo di occuparsi del sociale, mettendo al centro della politica le persone e facendo di tutto per farle stare insieme.

Si prosegue raggiungendo le case popolari di via Canova, all'Isolotto, un altro quartiere difficile. “Quarant'anni fa c'era un cartello con la scritta 'Benvenuti nel Bronx', racconta una signora. Le cose sono cambiate ma non vanno troppo bene”. Una giovane mamma racconta al candidato che suo figlio, un ragazzino, nella vicina biblioteca è stato minacciato da un gruppo di rom.

“Nardella se ne sta nella città vetrina, io vado dove Firenze soffre ed è dimenticata, nell’altra faccia. E sto vedendo cose che non mi piacciono”. Al termine del suo giro in periferia Bocci dice che “torna a casa con tristezza, ma anche con una carica non indifferente”. Non promette soluzioni miracolistche, dice che bisogna lavorare con un programma di riscatto, che affronti i problemi e non li metta sotto il tappeto, come ha fatto chi lo ha preceduto.

Scopri chi è Bocci - (Guarda il video)

Tra i punti fermi del programma di Bocci c'è la sicurezza. Tante le cose da fare, dai presidi di Polizia mobili (ma anche fissi) al decoro da restituire dove è andato perduto (“anche il mancato decoro provoca insicurezza”). E se il prefetto ha disposto ben diciassette “zone rosse”, vietandovi l'ingresso ad alcune persone socialmente pericolose, Bocci punta il dito contro chi ha gestito la città: “La sicurezza non dipende solo dalle forze dell'ordine, se si arriva a queste cose vuol dire che c'è qualcosa che è mancato nella gestione della città”.

Uno dei vanti di Nardella è l'ampliamento della tramvia. Bocci mette i puntini sulle i: "Inammissibile fare i lavori dimenticandosi dei parcheggi e della circolazione delle auto. E' come se volessimo garantire che la mano di un uomo funzioni dimenticandosi che dopo c'è il polso, poi il gomito... una città non si può immaginare divisa a pezzetti".

Ma che Firenze ha in mente Bocci? "Una città viva, che guarda al futuro, che non vive di rendita. Una Firenze attiva, che faccia sprigionare la grandissima ricchezza e capacità intelettuale e produttiva dei fiorentini.

Una Firenze piena di energia, incontenibile...". E conclude: "Che si possa cambiare è un refrain continuo. Oggi come non mai c'è la possibilità di farlo questo cambiamento. È un'occasione che non possiamo permetterci di perdere".

"Il cambiamento è davvero possibile" - (Guarda il video)

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