A settembre gli era crollato il mondo addosso quando aveva scoperto che la sua ex fidanzata era andata a convivere con un uomo che purtroppo conosceva molto bene, suo zio, il 41enne Roberto Parisi (nella foto). Non andava proprio giù ad Antonio Iannetti, 29 anni, che i due avessero iniziato una relazione, quasi come se si trattasse di uno «sgarro» ordito alle sue spalle.
Non era così, dietro quella scelta c'era un sentimento vero, nato da poco e che probabilmente i due avevano voluto celare il più a lungo possibile al ragazzo per non ferirlo. Lui però da quel momento non era più riuscito a darsi pace. Pare infatti che quella dell'altra notte, poi sfociata nell'accoltellamento e nella morte di Parisi, non fosse la prima discussione tra zio e nipote. Che, rinchiusisi in auto in una strada abbastanza isolata, via don Luigi Sturzo, hanno parlato fitto fitto per un bel po' prima che tra le mani di Iannetti apparisse un coltello. A quel punto Parisi è uscito dalla vettura e ha tentato di allontanarsi a gran velocità, ma il nipote lo ha rincorso e una volta raggiunto, ha puntato al suo collo con due fendenti, accanendosi quindi sul torace e sferrando altre due coltellate, mentre altre tre volte ha colpito infine il braccio dell'uomo che tentava disperatamente di difendersi. Era appena passata la mezzanotte di martedì in via don Luigi Sturzo, nel popolare quartiere Tessera di Cesano Boscone, 13 chilometri a sud ovest di Milano. I soccorsi in strada e la corsa in ambulanza in codice rosso verso l'ospedale San Carlo non sono servite a salvare Roberto Parisi: troppo profonde le ferite.
Poco dopo quell'esplosione di violenza Iannetti - fuggito dopo l'assalto, ma subito indicato dai testimoni ascoltati sul posto dai carabinieri della compagnia di Corsico come responsabile dell'aggressione - si è costituito raggiungendo a piedi la locale stazione dell'Arma. «Sono stato io» ha subito ammesso, e ha saputo proprio in quel momento che per lo zio non c'era più nulla da fare e che era morto poco dopo il suo arrivo in ospedale. Così, dopo aver indicato il luogo dove aveva abbandonato l'arma del delitto (su sua indicazione il coltello a serramanico è stato ritrovato in un prato) il 29enne è stato fermato e portato a San Vittore con l'accusa di omicidio volontario.
Vittima e fermato sono entrambi originari di Torre Maggiore, in provincia di Foggia.
Lo zio risulta residente a Sedriano, una decina di chilometri dal luogo del delitto e ha un piccolo precedente alle spalle per furto e violazione di domicilio. Il morto è padre di una bambina piccola avuta da una ex compagna. Il killer reo confesso vive invece nella vicina Buccinasco e ha un precedente per lesioni.
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