"Uccisa nel campo, con premeditazione". La verità della Procura sulla fine di Elena

Altri "elementi" scoperti nel terreno. Ancora non si trova il coltello. La madre, sorvegliata in carcere, subirà una perizia psichiatrica

"Uccisa nel campo, con premeditazione". La verità della Procura sulla fine di Elena

Si cercano dettagli nel campo di Mascalucia in cui era seppellita alla meno peggio la piccola Elena. Gli accertamenti tecnici, espletati dai Ris di Messina e dalla sezione investigativo scientifica carabinieri di Catania sia nel terreno che nella villetta dove viveva la piccola e la madre Martina Patti, sua aguzzina, hanno consentito di delineare una ricostruzione dell'efferato figlicidio, anche se ci sono ancora elementi avvolti nel giallo.

Il campo, distante circa 200 metri dalla casa, non era sottoposto a sequestro. Nel primo sopralluogo, a seguito del rinvenimento del corpicino straziato con oltre 11 coltellate, una delle quali è stata fatale (ma purtroppo si è trattato comunque di morte lenta), la Sis aveva rinvenuto del sangue ma non in quantità tale da poter affermare che Elena fosse morta lì. Sabato c'è stata una svolta: è stato trovato sangue da riporto in bagno, che fa ritenere che il figlicidio sia avvenuto proprio su quel francobollo di terreno. Ma c'è di più. Lo conferma il procuratore capo di Catania, Carmelo Zuccaro: «Non solo tracce da riporto in casa, ma anche altri elementi, di cui allo stato non posso parlare, inducono a escludere l'omicidio in casa e depongono ancor di più per la premeditazione del delitto».

Martina, dopo avere sfogato la sua rabbia a coltellate sulla figlia, una delle quali ha reciso i vasi dell'arteria succlavia, poco sotto la clavicola, è rientrata a casa per ripulirsi e cambiarsi d'abito. I vestiti con schizzi di sangue sono stati sequestrati. «Inoltre sarebbe stato difficile portare il cadavere sino alla fossa essendo la strada piuttosto impervia anche se breve» aggiunge il procuratore. Per cui sarebbe il campo il luogo del delitto. La dinamica potrebbe essere proprio quella indicata dall'assassina al gip: avrebbe messo un sacco nero in testa alla figlia e l'avrebbe accoltellata. Elena potrebbe essere morta nella fossa, dove è probabile che sia stata deposta mentre era agonizzante. Due elementi fondamentali restano nel mistero: dov'è l'arma del delitto? E, cosa ha ripreso la telecamera che inquadra la casa? Quanto all'arma finora non è stata trovata. I video che riprendono la villetta sono al vaglio dei tecnici.

Ma come mai il video della via in cui Martina aveva inizialmente denunciato che un commando armato di 3 uomini incappucciati aveva sequestrato Elena è stato visionato nell'immediato e ha rivelato che la donna stava mentendo, mentre per queste immagini ci vuole tempo? C'era qualcun altro quel giorno in casa che è stato ripreso e che potrebbe avere aiutato l'assassina? I tecnici stanno analizzando anche altri filmati per ricostruire gli spostamenti di

Martina dal momento del delitto a quello della denuncia fatta in caserma a Mascalucia. Potrebbe essersi disfatta dell'arma nel tragitto. La donna, che sarà sottoposta a perizia psichiatrica, resta sorvegliata in carcere h24.

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