È stato lui. Ha confessato, dopo una giornata di interrogatori. Un altro uomo ha ucciso una donna: fra mogli, compagne o madri è il quinto caso in meno di una settimana in Emilia Romagna. Juana Cecilia Hazana Loayza, 34 anni di Lima in Perù, operatrice in una Rsa di Scandiano, è solo l'ultima vittima di un odio che si sprigiona sempre più spesso fra le mura domestiche.
Ieri a Reggio Emilia Mirko Genco, 25enne parmigiano, ha provato a negare, ma quel suo passato di molestie che gli era già valso, lo scorso settembre, una condanna per stalking ai danni di Juana, ha pesato come un macigno e indirizzato da subito le indagini del nucleo investigativo del comando provinciale dei carabinieri di Reggio Emilia. Lui era in giro, come ogni giorno, a vendere utenze porta a porta quando gli inquirenti lo hanno fermato in piazza degli Strinati. Juana, invece, era già stata trovata all'alba, riversa in un parco di via Patti, fra la piscina e l'ex polveriera. Abitava poco lontano, in via Melato, passeggiava spesso su quel prato: le foglie dell'autunno, una panchina in legno, une rete metallica a separare il cortile del condominio più vicino. È da lì che un'altra donna si accorge che qualcosa non va e allerta il 112: sente insistentemente vibrare un telefono, un suono che proviene da quel punto dove una giace una persona, come accoccolata su se stessa. Quando arrivano i soccorsi, Juana è già morta, il coltello che l'ha sgozzata abbandonato non lontano. Gli inquirenti comprendono: la donna deve essere stata uccisa in quel luogo, già nella notte di venerdì. Secondo le prime ricostruzioni Genco avrebbe raggiunto la sua ex in un locale. Insieme si sarebbero diretti verso casa della donna, ma, giunti al parco, l'uomo avrebbe prima tentato di strangolarla, poi l'ha finita con un coltello da cucina. E pensare che la pericolosità di Genco era ben nota: dopo anni di vessazioni, la prima condanna per stalking data 5 settembre. Dopo una notte in carcere, l'uomo esce e rimedia il divieto di avvicinare la donna. Il 10 settembre viene nuovamente arrestato, finendo ai domiciliari il 23 settembre. A quel punto Genco non ha che da pazientare: attende il 4 novembre, quando sopraggiunge la sentenza del tribunale di Reggio che accoglie il patteggiamento a due anni di reclusione, con pena sospesa, a patto di seguire un percorso di riabilitazione. Genco è condannato, ma libero. Ancora 15 giorni e Juana finisce accoltellata in un parco. Con lei salgono a 108 i femminicidi da inizio anno in Italia, ma sono cinque, oltre ad un'aggressione sventata, quelli che si sono susseguiti in Emilia in meno di 7 giorni. Età diverse, stesso destino. Milena Calanchi, 71 anni, è stata uccisa mercoledì scorso, a Modena, dal figlio Carlo Evangelista, 48 anni, con cronici problemi di alcolismo. Lui, raccontando tutto al bar ad un amico, dice di averla solo spinta. Giovedì a Sassuolo è morta Elisa Mulas, insieme ai figli più piccoli e alla madre, da cui era scappata, per sfuggire alle violenze di questa che, per lei, era la seconda relazione sbagliata. La strage familiare porta la firma dell'ex compagno, Nabil Dhahri che poi si è ucciso. Sopravvivono solo il nonno centenario e una bimba di 11 anni che si trovava a scuola. Siamo a venerdì e tocca ad Anna Bernardi, 67 anni, uccisa a Montese, sull'appennino, dal marito, Grazio Lancillotti, 71 anni, che poi ha tentato il suicidio.
Ancora due giorni fa a Correggio un uomo di 35 anni, rientrato a casa con un coccio di bottiglia in mano, ha minacciato la moglie, 33enne: «Preparati perché stasera ti sgozzo», le ha detto. Le urla della donna hanno richiamato i vicini che hanno avvertito i carabinieri. Nel suo caso le violenze erano iniziate 5 anni fa e dovrebbe quasi ritenersi fortunata.
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