Uccise la ex in Svezia. Ergastolo dopo 30 anni

Aldobrandi era tornato a casa e aveva vissuto libero. La pm: "L'Italia ha saputo fare giustizia"

Uccise la ex in Svezia. Ergastolo dopo 30 anni
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Ormai era tranquillo, convinto di averla fatta franca. Tanto che si era sposato e risposato, tre volte in totale, avendo anche diversi figli. Ma ora, proprio come nelle trame dei film, a distanza di quasi trent'anni, la giustizia ha fatto il suo corso. Così il pizzaiolo e ristoratore Salvatore Aldobrandi, oggi 75 anni, è stato condannato all'ergastolo per l'omicidio di Sargonia Dankha, con cui aveva avuto una relazione, uccisa in Svezia quando la ragazza aveva solo 21 anni. Originario di San Sosti, in provincia di Cosenza ma da anni residente a Sanremo, è stato condannato per omicidio volontario aggravato dai motivi abbietti.

La storia ha tutti i connotati per diventare un film. La ragazza di origini irachene ma naturalizzata svedese, era sparita nel nulla nel primo pomeriggio del 13 novembre del 1995 a Linkaping, in Svezia. Aldobrandi era stato fin da subito l'unico sospettato ed era stato fermato dalla polizia svedese. A suo carico diverse testimonianze pesantissime, su tutte quella di un collega barista, che aveva raccontato di come Salvatore la notte della scomparsa di Sargonia gli avesse chiesto di aiutarlo a fare sparire il corpo. Non solo. La polizia aveva poi trovato tracce di sangue della vittima nell'auto dell'ex moglie dell'uomo, che gliel'aveva chiesa in prestito poche ore prima del delitto. Aldobrandi era stato arrestato ma poi rimesso in libertà grazie alla svedese. Nel Paese scandinavo infatti, in assenza del cadavere o di un testimone oculare non è possibile portare un indagato a processo. Aldobrandi se l'era quindi cavata e ne aveva approfittato per lasciare la Svezia e tornare in Italia dove nel corso di questi trent'anni si è risposato altre tre volte e con ognuna delle mogli ha avuto dei figli.

Il dispositivo della sentenza è stato letto dopo un weekend di camera di consiglio dal presidente della Corte di Assise di Imperia, Carlo Alberto Indellicati. L'uomo era stato arrestato nel 2023: decisive le tracce di sangue della giovane trovate in un'auto appartenuta al 75enne che è stato condannato anche al pagamento di una provvisionale di 300 mila euro alla madre della ragazza, Shabo Ghriba e di 100 mila euro al fratello Ninos Dankha. Ad assistere in aula alla lettura della sentenza anche la famiglia di Sargonia venuta appositamente dalla Svezia.

Il legale di Aldobrandi, Fabrizio Cravero, aveva chiesto l'assoluzione e ha annunciato ricorso in appello dopo le motivazioni della sentenza. «È stata davvero una grande soddisfazione: per noi, per il nostro ufficio e mi piace dire, forse esagero, per l'Italia che ha saputo dare una risposta di giustizia dopo tanti anni a una famiglia colpita da un fatto gravissimo», ha commentato la pm Maria Paola Marrali. «Siamo veramente molto contenti per noi e per la famiglia.

Sono felicissimi, perché anche se questo processo non restituirà loro Sargonia, riusciranno però a mettere un punto a questa vicenda durata trent'anni», ha detto l'avvocato Francesco Rubino, parte civile della famiglia che ha espresso soddisfazione nonostante il grande dolore di rivivere la vicenda. Una vicenda da film, da cold case. Senza lieto fine ma, perlomeno, anche senza ingiustizia.

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