È il 10 marzo 2017 il giorno che cambia per sempre la vita di Mario Cattaneo, 68 anni, proprietario dell'Osteria degli Amis a Casaletto Lodigiano. In quelle ore perde la vita Petre Marin Ungureanu, 32 anni, sorpreso di notte nella trattoria, dove era entrato per una rapina e ucciso da un colpo di fucile partito da Cattaneo. Lo troveranno il giorno dopo già morto a qualche minuto di auto dal ristorante, in mezzo alla boscaglia e insieme alla sua stessa refurtiva, abbandonato quando era ferito dai rapinatori che erano insieme a lui. Ieri Cattaneo ha potuto tirare un sospiro di sollievo: assolto dall'accusa di eccesso colposo di legittima difesa dalla corte d'Assise d'Appello di Milano, che ha confermato la sentenza di primo grado del tribunale di Lodi. «Il fatto non costituisce reato», ha stabilito la corte. «È arrivata la fine di un incubo. Dopo sette anni siamo riusciti ad arrivare alla fine e sono contento che la giustizia, nella quale ho sempre avuto fiducia, ha fatto il suo corso. Ho sempre avuto tanta paura, però non ho mai mollato, ho sempre reagito fino ad oggi». La sostituta pg Maria Vittoria Mazza aveva chiesto tre anni. «Non è giustificabile il fai da te, doveva chiamare le forze dell'ordine», le parole della rappresentante dell'accusa. «Se è comprensivo il tentativo di difesa, non è giustificabile il fai da te che è deleterio e controproducente», ha affermato. «Se non viene attivato questo canale legittimo, è imprudenza e non dolo ma colpa». Nunzia Milite, l'avvocata del fratello di Petre, Nicolae Victor, che si è costituto parte civile, aveva chiesto un risarcimento da 300 mila euro.
La sparatoria avviene alle tre e mezza di notte. Il figlio di Cattaneo, Gianluca, sente l'antifurto del locale e diversi rumori provenire dalla trattoria, che si trova sotto i loro appartamenti.
Sveglia il padre, che quindi impugna il suo fucile a doppia canna, regolarmente detenuto e vanno a vedere che cosa accade. Trovano la porta che dà accesso all'osteria sbarrata, e quando riescono a entrare il passaggio è reso ancora più difficoltoso da diversi oggetti disposti davanti alla porta. A quel punto Cattaneo si trova davanti Ungureanu, che vedendolo con il fucile, prova a disarmarlo strattonando l'arma. L'oste cade per terra, poi parte uno sparo, dal basso verso l'alto. Non lascia l'arma e viene trascinato per alcuni metri, riportando alcune ferite tra cui due costole rotte. Sosterrà di non essersi reso conto di avere colpito una persona. Gli altri rapinatori si dileguano, li raggiunge il 32enne che verrà appunto trovato senza vita. Il legale di Cattaneo, l'avvocato Ennio Ercoli, ha sottolineato che «il colpo purtroppo è partito accidentalmente per colpa dell'aggressore che gli strattonava l'arma. Se avesse voluto sparare avrebbe esploso anche il secondo colpo, invece si è aggrappato al fucile per difenderlo».
La presidente del Consiglio
Giorgia Meloni, su X, ha voluto mandare un «abbraccio a Mario e ai suoi cari per questa bella notizia». Anche il ministro Matteo Salvini ha mandato un abbraccio virtuale via social. «Bene così. La difesa è sempre legittima», le sue parole.
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