Uccise moglie con i farmaci: il medico finisce in cella

I carabinieri di Bologna hanno arrestato un medico bolognese, indagato per l'omicidio della moglie

Uccise moglie con i farmaci: il medico finisce in cella

I carabinieri di Bologna hanno arrestato un medico bolognese, indagato per l'omicidio della moglie. Giampaolo Amato, 64 anni, è finito in manette anche per i reati di peculato e detenzione illecita di farmaci psicotropi. Il provvedimento, richiesto dalla Procura e emesso dal Gip, è stato eseguito sabato scorso. Dopo il decesso della donna, Isabella Linsalada, 62enne, gli accertamenti medico-legali e le indagini hanno permesso di chiarire le cause della morte e di ricondurle alla somministrazione dolosa da parte del marito, 64 anni, di due farmaci, una benzodiazepina e un anestetico ospedaliero.

Amato, specializzato in oftalmologia e medicina dello sport, era noto in città non solo perché medico sociale della Virtus Pallacanestro, dal 2013 al 2020, ma anche perché risulta essere dipendente dell'Ausl di Bologna, ma dal primo aprile risulta «fuori turno»(ovvero non in servizio) dall'ospedale Maggiore. La moglie, anche lei stessa professione, era invece specialista in ginecologia e ostetricia.

Fu lo stesso marito, il 31 ottobre 2021, a chiamare i carabinieri e il 118 dicendo di avere trovato la donna priva di sensi nel letto del loro appartamento in via Bianconi, in zona Murri. I sanitari che erano andati sul posto constatarono il decesso, che inizialmente venne attribuito a cause naturali.

Ma il pm e i carabinieri non hanno creduto all'ipotesi di morte naturale. I successivi accertamenti tossicologici e le indagini coordinate dalla Procura hanno invece portato a ipotizzare che la morte sarebbe stata provocata, secondo l'accusa, dalla somministrazione dolosa da parte del marito dei due farmaci. Durante le stesse indagini sarebbe emerso che già alcuni anni prima la donna potrebbe essere stata oggetto di altre somministrazioni di benzodiazepina a sua insaputa, che si suppongono riconducibili al marito e mai denunciate, che le avevano causato alcunu episodi di malessere e di narcolessia.

E così sabato scorso sono scattate le manette.

Il medico 64enne, che nel primo interrogatorio dopo l'arresto si è avvalso della facoltà di non rispondere, è difeso dagli avvocati Gianluigi Lebro e Cesarina Mitaritonna: i legali hanno già fatto ricorso al Tribunale del Riesame, impugnando l'ordinanza di custodia, e sono in attesa che venga fissata l'udienza.

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