Ucciso a coltellate dopo la lite. Omicidio choc in pieno centro

Morto un addetto alla sicurezza di Carrefour: è un gambiano di 36 anni. "Il vigilante buttato a terra e colpito da un africano"

Ucciso a coltellate dopo la lite. Omicidio choc in pieno centro
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Lo chiamavano Lookman per la somiglianza con l'attaccante dell'Atalanta. Treccine a parte, però, Mamadi Tunkara faceva tutt'altro nella vita. Anche ieri, come un giorno qualsiasi, si stava recando al supermercato Carrefour di via Tiraboschi, nel cuore di Bergamo bassa, dove lavorava come addetto alla sicurezza per conto di un'agenzia. Ma in pieno giorno, poco prima di entrare nel supermarket, è stato ucciso a coltellate. Un vero e proprio agguato a due passi dal Municipio e da Largo Porta Nuova.

Sono le 15.20 quando tra il viavai dei passanti in un giorno per molti ancora festivo il 36enne originario del Gambia arriva in bicicletta per iniziare il suo turno. All'improvviso sbuca un uomo: è di origini africane e non ha più di 40 anni. Ne nasce prima un inseguimento, poi una colluttazione, forse a seguito di un litigio. Il vigilante viene spinto contro la vetrina di un negozio e cade. E lì, ormai a terra, viene colpito con quattro coltellate. «Ho sentito il rumore di una bicicletta che cadeva - racconta il titolare del bar vicino - e ho visto che lo spingevano contro la vetrina». La guardia giurata chiedeva aiuto nella sua lingua e coi piedi cercava di spingere via il suo aggressore. «Lo hanno colpito come un sacco di farina». Secondo chi ha assistito al raid, l'assassino teneva in mano una lama di grosse dimensioni e dopo l'agguato è fuggito a piedi. La caccia al killer è cominciata subito in tutta Bergamo e per ricostruire la fuga (cominciata in via Moroni) la polizia ha scandagliato tutte le telecamere della videosorveglianza, in una zona ad alta densità di impianti.

Sembra certo che vittima e assassino si conoscessero e che non avessero un appuntamento. L'episodio assume allora tutti i connotati di un agguato che, per modalità e dinamica, riaccende i riflettori sulla sicurezza. L'episodio è infatti avvenuto in una delle strade principali di Bergamo, non distante dal Sentierone dove sono allestiti i mercatini di Natale e la ruota panoramica davanti a Palazzo Frizzoni, sede del comune orobico. E davanti agli sguardi attoniti di decine di persone si è consumato un omicidio che avrebbe potuto coinvolgere anche altri passanti. E se la sindaca Elena Carnevali parla di «ferita per tutta la nostra comunità. La sicurezza e la convivenza civile sono valori fondamentali per Bergamo», dal quartiere piovono critiche. «Fa riflettere molto su quanto a Bergamo non ci possa più sentire sicuri, non solo in orario serale ma anche in pieno giorno», evidenzia il presidente del comitato Bergamo Centro, Silvano Sacchi.

Nel frattempo si scava nella vita di Tunkara: il vigilante abitava in provincia (a Verdello), tutti i giorni prendeva il treno e poi dalla stazione pedalava fino al Carrefour. Frequentava una palestra insieme a un gruppo di connazionali. E andava a scuola: studiava per il diploma di terza media. «Viveva in Italia da circa sei anni con il fratello e da tempo lavorava come responsabile della sicurezza. Era un bravo ragazzo», racconta un amico.

E anche i clienti che lo conoscevano parlano di un uomo integrato e un «gran lavoratore». Si pensa allora che l'agguato sia da ricercare nei legami e nelle conoscenze della vittima. Ma senza l'identità dell'assassino il movente non può che rimanere nell'alveo delle ipotesi.

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