Nel suo editoriale per il Corriere della Sera - "L’irrealtà politica sul baratro" - Ernesto Galli della Loggia tira le orecchie al governo, ma anche - per non dire soprattutto - all'Unione Europea e al commissario Ue, il francese Pierre Moscovici.
Come? Così: "Peccato però che sia l’istituzione che egli rappresenta, cioè l’Unione europea, questa Unione europea, a non avere più alcuna presentabilità e credibilità politica. Da questo punto di vista Moscovici ricorda Gorbaciov, l’ultimo segretario del Pcus: diceva cose giuste ma parlava a nome di qualcosa, l’Unione sovietica, che palesemente stava ormai per esalare l’ultimo respiro".
Dunque, nel proseguio dell'editoriale vergato per via Solferino la tetra previsione: "L’Unione europea si sta avvicinando a una condizione simile. Le elezioni che vi si terranno tra sei mesi, decretando la probabile vittoria delle forze nazional-populiste potrebbero essere l’inizio del suo collasso definitivo.
La cosa strabiliante è che perfino di fronte a una simile prospettiva ormai chiara da tempo nessuno dei partiti e degli esponenti politici che hanno fin qui governato l’Unione si sia dato la pena di pensare o fare qualcosa per invertire il corso degli eventi".
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