Il rallentamento della crescita, configurato in autunno, è stato più acuto del previsto con l'intensificarsi dei contagi Covid, l'aumento dei prezzi dell'energia e la prolungata interruzione di forniture che ha investito l'Unione europea. Per l'Italia la discesa produttiva, da quello che era il 6,5% del Pil standardizzato a dicembre scorso, oggi si attesta in netto calo. Motivo in buona parte dovuto all'aumento dei prezzi dell'energia. Fattore comune ma non di riequilibrio perché, pure se gli approvvigionamenti del settore energivoro si manterranno elevati fino al 2023 in tutta l'Eurozona, l'Italia «rimarrà in testa alla classifica». Sentenza netta che arriva da Standard & Poor's Global Rating che analizza la situazione del Belpaese legata principalmente all'aumento dei prezzi di gas e, in misura minore, del carbone, che a gennaio 2022 si è avvicinato ai 90 euro a tonnellata. Anche la ripresa della domanda sosterrà l'alto livello dei prezzi.
Dopo il 2022, S&P si attende una maggiore volatilità dei prezzi, data l'accelerazione in Europa nella dismissione della generazione termica e nucleare di base, che le rinnovabili non potranno pienamente sostituire nei prossimi tre anni. Al contempo «l'aumento della capacità rinnovabile prevista sulla base dei nuovi obiettivi del 2030 limiterà il rialzo dei prezzi» riporta il resoconto. Ed ecco che gli aumenti potrebbero subire uno stop. In questo ambito l'agenzia di rating ipotizza una maggiore interconnessione con i Balcani, che potrebbe dare impulso alle esportazioni italiane e aiutare il Paese a bilanciare domanda e offerta, se i Balcani avranno buoni livelli di generazione idroelettrica.
L'indagine di S&P va di pari passo con le valutazioni della Commissione europea sulle previsioni economiche: il Pil di Eurozona è atteso in crescita del 4% nel 2022 e del 2,7% nel 2023, dopo il balzo del 5,3% nel 2021. Contesto nel quale: «L'inflazione ha alzato la testa negli ultimi mesi del 2021 e ci si attende che i prezzi dell'energia restino alti per un lungo periodo e questo creerà problemi su alcune categorie di beni e servizi» è l'inciso del commissario Ue agli Affari Economici, Paolo Gentiloni, che ha presentato le stime economiche invernali. «L'incertezza resta a livelli preoccupanti, con rischi bilanciati per l'economia. I fondamentali restano solidi, ci aspettiamo che l'economia Ue riprenderà slancio» ha spiegato. Quanto al contesto italiano è ottimista: «Si tende a riprendere i livelli di crescita pre-pandemia forse più velocemente di quanto immaginato tempo fa. Le previsioni di crescita positive sono collegate alla buona attuazione del Pnrr sul quale il governo è pienamente impegnato. Noi in tutte le nostre previsioni abbiamo considerato l'influenza dei Pnrr nazionali sugli investimenti, come se andasse tutto nella direzione giusta».
Ma nell'intero panorama, incerto su più fronti, s'innesta la crescita prevedibile dello spread che schizza a 162 punti limitando il rialzo del rendimento del BTp decennale benchmark. Quanto invece al differenziale di rendimento è salito di ben 15 punti, ovvero a 1,92% dell'ultima posizione.
Tuttavia l'intero quadro economico nazionale è anche alimentato dalle diverse posizioni nella maggioranza: se da un lato il governo sta prevedendo nuove risorse contro il caro energia senza sforamento di bilancio, i Cinquestelle, per bocca del ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli, propongono: «Uno scostamento di bilancio che, in questa situazione, non può essere considerato debito cattivo, perché il rovescio della medaglia potrebbe voler dire far fallire migliaia di aziende del comparto agricolo. E applicando una nuova moratoria sui mutui e sui prestiti per il settore».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.