Ue, rissa Orbán-Von der Leyen. "Vogliamo cambiare l'Europa"

Il premier ungherese attacca su clima, migranti e guerra. "Salis picchiatrice e parla di diritti". "Tifo" al Parlamento

Ue, rissa Orbán-Von der Leyen. "Vogliamo cambiare l'Europa"
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La plenaria del Parlamento Ue trasformata in un ring con, da un lato, il premier magiaro Viktor Orbán forte della presidenza ungherese del Consiglio Ue e, dall'altro, la numero uno della Commissione europea appena rieletta, Ursula Von der Leyen. Il risultato a Strasburgo è stato un clima da stadio, con tifoserie di entrambi i fronti impegnati ad applaudire o a fischiare a seconda di chi era al microfono.

«Il mondo è stato testimone delle atrocità della guerra intrapresa dalla Russia - ha attaccato il presidente della Commissione - eppure ci sono ancora persone che incolpano non l'invasore, ma gli invasi. Ci sono ancora alcuni che incolpano non la sete di potere di Putin, ma la sete di libertà dell'Ucraina». L'Ucraina sta perdendo, è stata la tesi di Orban, per poi riservare una stoccata all'Ue, che si trova «in una lenta agonia, serve un cambiamento». Punto di partenza la contingenza legata all'oggi, con l'Ucraina e l'Europa accomunate dalla guerra che infuria. «Ci sono gravi conflitti che stanno devastando il Medio Oriente e l'Africa, e ogni conflitto rischia l'escalation. E poi la crisi migratoria, ci sono molte minacce, e c'è il rischio che l'area Schengen crolli E nel frattempo l'Europa sta perdendo in termini di competitività globale, secondo Mario Draghi».

Da qui nasce la sua proposta che le decisioni devono essere prese dagli Stati membri e dalle istituzioni dell'Ue, non dalla Presidenza ungherese. «La Presidenza ungherese solleverà domande e problemi e farà proposte per la pace e la prosperità dell'Europa». Poi la critica politica e sociale all'Europa, dove secondo Orban «l'immigrazione clandestina contribuisce alla crescita dell'antisemitismo, della violenza contro le donne e dell'omofobia. Può non piacervi, ma questi sono i fatti».

Le reazioni sono state fisiologiche e prevedibili. Il capogruppo e presidente del Ppe Manfred Weber ha detto che la corruzione sta uccidendo il futuro dell'Ungheria. «Quasi 400mila ungheresi sono emigrati nell'ultimo decennio, perché non ne potevano più della corruzione. L'Ungheria merita di meglio». I Patrioti europei hanno difeso le parole orbaniane, perché come detto dall'europarlamentare ungherese, Kinga Gál, la lunga discussione in aula ha espresso «ipocrisia ai suoi massimi livelli, il comportamento di Ursula von der Leyen è stato vergognoso, si è dimostrato quella che è la posizione della presidente della Commissione europea». Il capogruppo dei PfE, Jean-Paul Garraud, si è detto «scandalizzato» dagli interventi degli europarlamentari e a sua volta ha accusato von der Leyen per il suo discorso definito «abominevole».

Il copresidente del gruppo Ecr, Nicola Procaccini, ha dichiarato di essere a favore di molte politiche proposte dal premier ungherese ma contrario nella visione geopolitica verso la Russia, Iran, Cina e Corea del Nord. Dopo le parole di Orban dai banchi dove sedevano gli eurodeputati di sinistra qualcuno ha intonato il canto «Bella Ciao», subito spento dalla presidente Roberta Metsola: «Non siamo ne La Casa di Carta e nè all'Eurovision»-

Spazio anche per una polemica su Ilaria Salis, il cui intervento in aula è stato definito d Orban assurdo: «Trovo assurdo che qui al Parlamento Europeo, alla plenaria, dobbiamo ascoltare tutti

insieme un intervento sullo Stato di diritto che abbiamo sentito dall'onorevole Ilaria Salis, che aveva picchiato con sbarre di ferro persone pacifiche sulle strade di Budapest. E qui parla di Stato di diritto: non è assurdo?».

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