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"Uniti, ma sempre moderati La Lega resta dietro di noi"

Berlusconi: "Il centrodestra sia unito, il lepenismo non paga". Campagna per raccogliere fondi

"Uniti, ma sempre moderati La Lega resta dietro di noi"

Roma - Berlusconi conferma la linea moderata e torna a sconfessare il lepenismo perché «così non si vince». Lo dimostrano tutti i sondaggi, anche i più freschi: Forza Italia consolida il proprio vantaggio sulla Lega anche per Emg per il Tg La7. Gli azzurri crescono dello 0,3% assestandosi al 13,3% mentre il partito di Salvini, in crescita anch'esso, vale un buon 12,9%. Buone notizia per il Cavaliere, quindi, convinto com'è che il centrodestra debba trovare la strada giusta per rimettersi assieme ma senza seguire le sirene lepeniste. Non è un mistero che l'ex premier mal sopporti le quotidiane uscite del leader del Carroccio che continua a stuzzicare l'alleato. Tuttavia, se in privato il Cavaliere sbuffa, per usare un eufemismo, in pubblico il leader di Forza Italia si morde la lingua e professa il suo solito ottimismo: «Alla fine Matteo sarà ragionevole». In effetti, è il ragionamento che si fa ad Arcore, «dove va Salvini da solo? Anche se facesse un ottimo 13% sarebbe destinato a fare lo sconfitto di successo». Insomma, esattamente come la Le Pen. Peccato che su legge elettorale, euro ed Europa, mettere insieme Lega e Forza Italia - oggi - è come voler mischiare l'acqua con l'olio. Vero che è prematuro ragionare quando non si sa ancora con quale legge elettorale si andrà al voto, ma i dati sono incontrovertibili: il centrodestra unito è la prima forza del Paese arrivando al 32%. E il Cavaliere è convinto che, con lui in campagna elettorale, il centrodestra può lievitare di almeno 5 punti percentuali. «E questo a prescindere dalla sentenza di Strasburgo perché anche questa volta, per senso di responsabilità nei confronti del Paese, sarò in campo».

E anche questo ribadirà oggi ai coordinatori regionali azzurri, convocati per stasera a palazzo Grazioli. Sul tavolo sia la questione della legge elettorale con il verbo dell'«altolà al maggioritario» sia la spinosa questione delle risorse. Il piatto piange, non ci sono più soldi e il Cavaliere chiederà a tutti di mettere benzina al motore della campagna per la raccolta fondi. La principale è quella di intensificare la campagna per la donazione del 2 per 1000 al partito. «Purtroppo non posso più finanziare il partito come ho sempre fatto - dice sempre il leader azzurro -. E bisogna trovare fondi per vincere le prossime battaglie. Quindi, pancia a terra da parte di tutti i coordinatori regionali». I quali dovranno trovare anche l'esercito dei difensori del voto perché, quando si andrà alle urne, «non potrà più accadere che la sinistra approfitti della sua tradizionale militarizzazione per imbrogliare in fase di spoglio elettorale».

Insomma, è un Cavaliere che non si risparmia tant'è vero che sono molte le cene a cui vuole partecipare per contribuire a raccogliere quattrini in vista delle elezioni. Elezioni che lo vedranno in campo a prescindere dalla sua possibile ricandidatura: in fondo non serve essere stare in Parlamento per essere un leader.

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