La guerra in Ucraina torna al centro dell'attenzione negli Stati Uniti alla luce dei nuovi equilibri post elettorali. Il presidente uscente Joe Biden accelera sull'invio di armi a Kiev prima di lasciare la Casa Bianca, e secondo quanto rivela una alto funzionario dell'amministrazione Usa al Wall Street Journal, il Pentagono manderà 500 missili intercettori per i sistemi di difesa aerea a medio raggio Nasams e Patriot. Si prevede che i missili arriveranno presto, nelle prossime settimane, per soddisfare la necessità di rafforzare la difesa aerea ucraina entro la fine di quest'anno. Allo stesso tempo, tuttavia, la Difesa ha respinto la richiesta dell'Ucraina di ulteriori missili Atacms a lungo raggio.
Trump, da parte sua, vuole un negoziato Russia-Ucraina. Il presidente eletto ha già sentito Volodymyr Zelensky, e come ha spiegato il consigliere della sua campagna elettorale Bryan Lanza alla Bbc, da lui ci si aspetta «una visione realistica della pace», il che significa la consapevolezza di dover effettuare concessioni territoriali. La nuova amministrazione, ha precisato Lanza, sarà focalizzata sul raggiungimento della pace, invece che sul ripristino dell'unità territoriale.
Se Zelensky «venisse al tavolo a dire che la pace ci sarebbe solo con la Crimea ci mostrerebbe di non essere serio, perché la Crimea è persa», ha proseguito, definendo «non realistico» l'obiettivo di riconquistare quella parte del Paese. «Se questa è la loro priorità, ossia riavere la Crimea e far combattere i soldati americani per raggiungere l'obiettivo, allora saranno da soli», ha avvertito (anche se in realtà gli Stati Uniti non hanno mai schierato i loro soldati in Ucraina, né Kiev ha chiesto alle truppe Usa di combattere per loro conto).
The Donald ha sempre affermato che la sua priorità è porre fine alla guerra, ma ha anche minacciato di voler interrompere il sostegno militare a Kiev, che in questo momento dipende fortemente da Washington (tra il febbraio 2022 e il giugno 2024 ha consegnato o impegnato armi ed equipaggiamenti militari per un valore di 55,5 miliardi di dollari). Il governo ucraino, intanto, sta organizzando un incontro tra Zelensky e Trump, come ha reso noto il ministro degli Esteri Andrii Sybiha.
«II dialogo è già stato stabilito - ha affermato il capo della diplomazia a proposito della telefonata di mercoledì a cui ha partecipato anche Elon Musk - E siamo aperti a ulteriori cooperazioni». I due si sono incontrati l'ultima volta a New York a fine settembre a margine dell'Assemblea Generale dell'Onu, quando il leader di Kiev ha presentato il suo «piano per la vittoria» negli Usa. Dal Cremlino, invece, spiegano che una telefonata tra Trump e Vladimir Putin è teoricamente possibile. «Vediamo come si svilupperanno ulteriormente le cose», ha affermato il portavoce Dmitri Peskov.
Mentre riguardo i rapporti con gli Stati Uniti, ha sottolineato che «ci sono alcune affermazioni, ma finché non sarà arrivato il momento di passi concreti, probabilmente sarebbe prematuro parlare» di disgelo nelle relazioni. Dopo la vittoria di Trump, Putin si è congratulato con lui e ha affermato che l'affermazione di Donald secondo cui può aiutare a porre fine alla guerra in Ucraina «merita almeno attenzione».
Dalla capitale ucraina dove si trova in visita, intanto, l'Alto Rappresentante Ue per la Politica Estera Josep Borrell ha ricordato che «la guerra della Russia ha comportato un immenso tributo umano al Paese e al suo coraggioso popolo».
«L'Ucraina rimane determinata a
prevalere e a raggiungere una pace giusta e duratura - ha aggiunto in un messaggio su X - Dobbiamo intensificare e accelerare i nostri sforzi per sostenere Kiev. L'urgenza è fondamentale, e il tempo si misura in vite umane».
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