Usa-AstraZeneca, è scontro sui dati. Export, l'Ue stringe: reciprocità o blocco

Le autorità americane: fornite informazioni vecchie. L'azienda: entro 48 ore nuovi elementi. Fauci: siero buono, meno la comunicazione. Bruxelles: arrivato un quarto delle dosi. Domani voto sulle esportazioni

Usa-AstraZeneca, è scontro sui dati. Export, l'Ue stringe: reciprocità o blocco

Se la scorsa settimana è stata decisamente nera per Astrazeneca, nemmeno questa sembra tanto leggera. Sulla casa farmaceutica piovono attacchi sia dagli Stati Uniti, che contestano i dati dell'ultimo studio, sia dall'Unione Europea che punta il dito contro le consegne mai effettuate e la produzione di dosi a rilento.

Le prossime ore saranno decisive per capire se l'azienda riuscirà a recuperare la fiducia sul suo vaccino o meno. Per determinare, cioè, se i problemi sono solo di comunicazione o di sostanza.

Il primo banco di prova è quello degli esperti della Fda americana, che dovrebbero pronunciarsi a breve per autorizzare la distribuzione delle fiale oxfordiane negli Stati Uniti. A gettare ombra sui dati della sperimentazione annunciati dalla casa madre inglese è tuttavia intervenuto Anthony Fauci, consigliere per la salute del presidente Joe Biden e direttore del National institute of allergy and infectious diseases. «Il vaccino di Astrazeneca - ha detto - è probabilmente molto buono, ma l'organismo preposto al monitoraggio dati e sicurezza si è preoccupato del fatto che i dati contenuti nella dichiarazione pubblica fossero in una certa misura superati e potessero in effetti essere fuorvianti».

Immediata la replica di Astrazeneca, che punta a chiarire tutto entro domani: «Ci impegneremo immediatamente con il Comitato indipendente per il monitoraggio della sicurezza dei dati (Dsmb) per condividere la nostra analisi primaria con i dati più aggiornati sull'efficacia. Intendiamo pubblicare i risultati dell'analisi primaria entro 48 ore». E così i dati potrebbero risultare un po' più freschi rispetto a quelli giudicati «obsoleti» e datati 17 febbraio.

Per la casa farmaceutica le cose non vanno molto meglio sul fronte europeo, dove viene accusata di non aver rispettato i contratti e di fatto fa la parte dell'ultima della classe rispetto a Pfizer e Moderna.

«Questo primo trimestre» di campagna vaccinale «non è stato facile», e mentre «Pfizer e Moderna stanno rispettando gli impegni, salvo pochi problemi di breve durata settimanale» il vero ritardo si è verificato «con AstraZeneca, un contratto col quale abbiamo forti problemi» dal momento che la casa farmaceutica «non ha rispettato neanche un quarto delle consegne previste dall'accordo con l'Ue» ha sparato a zero Sandra Gallina, direttrice generale della direzione Salute della Commissione europea, nel corso di un'audizione in commissione Bilancio del Parlamento europeo. «Useremo tutti gli strumenti a disposizione per avere le dosi», ha aggiunto la funzionaria. Gallina ha definito «una vergogna» la situazione delle consegne delle fiale all'Unione europea. Una vergogna che provoca «danni reputazionali di grande portata. E nel frattempo le persone muoiono». La compagnia farmaceutica era stata pagata per «produrre a rischio» mentre attualmente produce «in uno stabilimento dei cinque» previsti nel contratto siglato. Da oggi Bruxelles annuncia un nuovo sistema di export per evitare una sproporzione tra le dosi che escono dall'Ue e quelle che entrano, in particolar modo con la Gran Bretagna,

In Italia sono in arrivo 250mila dosi del vaccino di Oxford ma decisivo, per la ripresa regolare della campagna vaccinale, sarebbe anche

lo sblocco dei lotti sequestrati la scorsa settimana dopo i casi di morti sospette: si tratta di 643.200 dosi ferme nei frigoriferi nonostante il via libera di Ema e Aifa al vaccino e in attesa dei tempi della giustizia.

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