Donald Trump ha incassato un successo politico fondamentale a una settimana dalle elezioni. Amy Coney Barrett, con il giuramento di lunedì sera alla Casa Bianca, ha coronato il processo lampo di approvazione ed è ufficialmente un giudice della Corte Suprema. Comunque vada il voto di martedì prossimo, il presidente Usa ha consegnato un'eredità fondamentale ai repubblicani: con una maggioranza di 6 a 3 l'Alta Corte è diventata la più conservatrice degli ultimi 90 anni, una svolta che porterà a un riposizionamento della società e della cultura americana per generazioni.
«È un giorno storico per gli Stati Uniti», ha esultato il tycoon durante la cerimonia per Barrett a Pennsylvania Avenue. «È un privilegio essere stata chiamata a servire il mio Paese», ha detto lei, assicurando che ricoprirà l'incarico «in maniera indipendente dalla politica e dalle mie preferenze». Intanto, un'altra vittoria per Trump e i repubblicani è arrivata proprio dalla Corte Suprema, ancora prima dell'insediamento della giudice 48enne ultra-conservatrice. Con una sentenza approvata per 5 a 3, il massimo organo giudiziario Usa ha rifiutato di estendere in Wisconsin, uno degli stati in bilico, la validità del voto postale per le schede arrivate dopo l'Election Day. Ribaltando la decisione di un tribunale statale secondo cui dovevano essere contate le schede ricevute sino a sei giorni dopo le elezioni. E ora, il Grand Old Party sta spingendo affinché riconsideri il caso del voto per corrispondenza in Pennsylvania. La settimana scorsa l'Alta Corte ha deciso che nello Stato, uno di quelli in bilico decisivi, saranno conteggiati i voti per posta arrivati sino a tre giorni dopo il 3 novembre, al contrario di quanto chiesto da Trump e dal Gop. Con la nuova maggioranza conservatrice, però, la loro speranza è che la decisione venga ribaltata. La «conferma frettolosa e senza precedenti di Barrett con un'elezione in corso dovrebbe essere un duro promemoria per ogni americano sul perché il loro voto è importante», ha attaccato il candidato democratico Joe Biden. I dem hanno tentato sino all'ultimo di impedire il suo via libera, soprattutto perché nel breve periodo il massimo organo giudiziario Usa potrebbe trovarsi a dirimere le probabili controversie legali dopo l'Election Day. Mentre nel lungo potrebbe aprirsi la strada per l'abolizione dell'Obamacare, per rimettere in discussione l'aborto e le nozze gay.
E mentre Biden sta limitando all'osso le partecipazioni elettorali (secondo diversi osservatori per evitare di commettere passi falsi), l'ex presidente Barack Obama torna a puntare il dito contro The Donald: «L'America non può permettersi altri quattro anni di Trump», ha detto dalla Florida. Il Comandante in Capo da parte sua prosegue il tour de force elettorale, e scende in campo anche Melania Trump: la first lady ha tenuto ieri un comizio da sola in Pennsylvania, il primo di quest'anno. L'obiettivo è recuperare consensi tra le donne, in particolare quelle bianche dei sobborghi urbani, dove il presidente ha perso terreno.
Biden resta in testa ai sondaggi, ma il suo vantaggio si assottiglia: secondo la media delle principali proiezioni realizzata dal sito RealClearPolitics, fino alla seconda settimana di ottobre l'ex vice presidente era avanti di oltre 10 punti, ora ne ha 7,8. Sul fronte degli stati chiave il distacco di Trump è sceso invece a 4 punti, con un sostanziale testa a testa in Florida, Georgia, Iowa, North Carolina, Ohio e Arizona.
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