Gli Stati Uniti sono pronti a una rivoluzione sul fronte della salute con la nuova amministrazione di Donald Trump. Dopo la scelta del paladino dei No Vax Robert F. Kennedy Jr come ministro della Sanità, secondo il Financial Times il presidente eletto potrebbe annunciare il ritiro dall'Organizzazione mondiale della sanità nel «primo giorno» del suo secondo mandato alla Casa Bianca, il 20 gennaio. Il team per la transizione del tycoon - spiega il quotidiano - sta spingendo per una rapida uscita dall'organismo, mossa che secondo gli esperti avrebbe un impatto «catastrofico» a livello globale perché eliminerebbe la principale fonte di finanziamenti dell'Oms danneggiando la sua capacità di rispondere alle emergenze come la pandemia di Covid.
«L'America lascerà un enorme vuoto nel finanziamento e nella leadership della salute globale. Non vedo nessuno che possa colmare tale lacuna», ha affermato Lawrence Gostin, docente alla Georgetown Law. A suo parere si profilano «anni molto magri per l'Oms, in cui avrà difficoltà a rispondere alle emergenze sanitarie e dovrà ridurre notevolmente il suo personale scientifico». L'esperto ritiene che in caso di abbandono di Washington, i Paesi europei difficilmente aumenteranno i finanziamenti, e la Cina potrebbe provare a esercitare maggiore influenza: «Non sarebbe un passo intelligente poiché cederebbe la leadership a Pechino». Già nel 2020 Trump ha avviato il processo per lasciare l'agenzia delle Nazioni Unite, accusandola di essere sotto il controllo del Dragone e di non aver dato allarme per tempo sulla pandemia per coprire le responsabilità cinesi. Una volta arrivato nello Studio Ovale, tuttavia, Joe Biden bloccò tutto, e nel suo primo giorno in carica nel gennaio 2021 inviò una lettera al segretario generale dell'Onu Antonio Guterres, affermando che «l'Oms svolge un ruolo cruciale nella lotta mondiale contro la mortale pandemia di Covid e innumerevoli altre minacce alla salute globale e alla sicurezza sanitaria».
Ora, tuttavia, il team di Trump vorrebbe muoversi velocemente sul ritiro, una scelta che sarebbe sostenuta anche da Rfk Jr. «Molte persone che fanno parte della cerchia ristretta di The Donald non si fidano dell'Oms, e vogliono dimostrare simbolicamente il primo giorno in carica che gli Stati Uniti sono fuori», afferma Ashish Jha, ex coordinatore della risposta al Covid della Casa Bianca di Biden. Alcuni consiglieri di Trump - precisa - preferirebbero rimanere nell'organizzazione e cercare di riformarla, ma pare che a spuntarla sia invece il gruppo che crede nel taglio netto dei legami con l'agenzia. Per Jha tuttavia, «se non sei coinvolto in queste istituzioni, non hai modo di avere le informazioni su quando si verificherà il prossimo focolaio». L'Oms per ora non commenta, e il suo direttore generale, Tedros Adhanom Ghebreyesus, si è limitato a dire nelle settimane scorse che l'organizzazione è «unica», ed è pronto a collaborare con la prossima amministrazione americana. «Siamo pronti a lavorare insieme - ha spiegato - Credo che i leader statunitensi comprendano che gli Usa non possono essere al sicuro se non lo è anche il resto del mondo».
Intanto Rfk Jr nei giorni scorsi ha
incontrato i senatori a Capitol Hill nel tentativo di conquistare il sostegno necessario per la conferma all'incarico, incluso John Thune, il prossimo leader dei repubblicani alla Camera Alta, considerato una figura chiave.
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