New York. Circa 2.100 morti in ventiquattr'ore. È il nuovo triste record registrato negli Usa, che porta il numero dei decessi a causa del coronavirus a oltre 20mila, superando anche quelli dell'Italia. A rimarcare la difficoltà del momento è anche il presidente Donald Trump, che descrive la decisione su quando e come riaprire l'America come «la maggiore della sua vita». «Mi circonderò delle menti migliori, li ascolterò, ma poi la decisione spetta a me - spiega Trump -. Faremo una scelta, e speriamo che sia quella giusta». Poi, ribadisce di voler «aprire il Paese il prima possibile», pur mostrando maggiore cautela rispetto alle settimane passate.
Ma sul presidente americano arriva un'altra tegola. Secondo il New York Times fu avvertito più volte e per tempo - già a gennaio - del rischio incombente di una grave pandemia legata al Covid-19 ma si rifiutò di prendere in considerazione le misure di contrasto proposte e accusò gli esperti di «allarmismo». È quanto sostiene il giornale che mette insieme una serie di mail e testimonianze di alcuni funzionari. In particolare, «l'ufficio del Consiglio di sicurezza nazionale responsabile del monitoraggio delle pandemie ha ricevuto rapporti di intelligence all'inizio di gennaio che predicevano la diffusione del virus, e aveva aumentato le opzioni come mantenere gli americani a casa dal lavoro e chiudere le città delle dimensioni di Chicago. Trump avrebbe però evitato questi provvedimenti fino a marzo».
Il tycoon intanto pubblica un memorandum per offrire assistenza all'Italia per l'emergenza, in cui definisce il Belpaese uno degli «alleati più stretti e di vecchia data» degli Usa. «Anche se la priorità del governo americano è prima di tutto verso gli americani, andare in aiuto all'Italia aiuterà a combattere l'epidemia e mitigherà l'impatto della crisi, dimostrando allo stesso tempo la leadership statunitense di fronte alle campagne di disinformazione cinesi e russe», si legge nel documento. Nel quale si mette pure in evidenza che gli aiuti contribuiscono a ridurre il rischio di una nuova infezione dall'Europa agli Stati Uniti, mantenendo le catene di approvvigionamento essenziali. Tra gli aiuti ci sono apparecchiature e forniture mediche, viene messo a disposizione il personale militare americano in Italia per la costruzione di ospedali da campo, per il trasporto di forniture, carburante e cibo, e per servizi di telemedicina agli ospedali. Inoltre, Trump autorizza la sua amministrazione a sostenere la ripresa dell'economia tricolore. «L'Italia, uno dei nostri più stretti alleati e amici, è in prima linea nella lotta al Covid-19. Elogiamo la sua trasparenza e gli sforzi eroici nel contenere il virus e aiutare chi è stato colpito», dice da parte sua il segretario di stato Mike Pompeo, ribadendo che il presidente ha autorizzato «un robusto pacchetto di assistenza». Negli Usa l'epicentro dell'emergenza rimane lo stato di New York, pur se continuano a diminuire il numero di pazienti ricoverati in ospedale e anche in terapia intensiva. Nelle ultime 24 ore sono morte 783 persone, che portano il totale a 8.627. «I numeri dei decessi sono terribili, ma siamo riusciti a tenere la politica fuori dalla crisi e stiamo lavorando duramente», commenta il governatore Andrew Cuomo: «Tutte le previsioni fatte dagli analisti fin qui indicavano dati peggiori di quelli che stiamo registrando. La curva si sta appiattendo».
Poi, cita una frase di Winston Churchill, per indicare un primo segnale di speranza: «Questa non è la fine, e non è neanche l'inizio della fine. Ma è, forse, la fine dell'inizio». Parole usate dal premier britannico nel '42 dopo la prima vittoria contro i tedeschi nella battaglia di El Alamein, che rappresentò un punto di svolta nella Seconda guerra mondiale.
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