Nessuna quarantena obbligatoria per New York. Donald Trump abbandona l'idea di mettere «ai domiciliari» l'Empire State, così come il New Jersey e il Connecticut, e opta invece per un travel advisory, un'allerta per dissuadere da viaggi e spostamenti nei e dai tre stati. Limitazioni con cui il presidente americano punta a contenere una ulteriore diffusione del virus, mentre negli Usa i casi sono oltre 120mila e i morti più di 2mila. «La quarantena non sarà necessaria» per New York, New Jersey e Connecticut, afferma l'inquilino della Casa Bianca, precisando di aver domandato «ai Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) di emettere una solida allerta di viaggio, che sarà poi amministrata dai governatori in consultazione con il governo federale». Direttiva attuata immediatamente dai Cdc, che hanno chiesto ai cittadini del Tristate di evitare tutti i viaggi non essenziali.
L'ipotesi del lockdown aveva suscitato parecchie critiche soprattutto dal governatore di New York Andrew Cuomo, per cui sarebbe stata una «dichiarazione federale di guerra agli stati», mentre il travel advisory - fa sapere - è «coerente» con le misure messe in campo. Nello stato di New York, diventato l'epicentro dell'emergenza negli Usa, i casi sono 59.513 e i decessi 965. Ieri Cuomo ha quindi deciso che per ora New York rimane «in pausa», prorogando la chiusura di tutte le attività non essenziali sino al 15 aprile. Nel fine settimana, intanto, il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, ha annunciato «con l'ambasciatrice americana Kelly Craft la donazione di 250.000 mascherine protettive che si trovavano nei negozi del Palazzo di Vetro» per gli operatori sanitari della città, ritirate direttamente dal sindaco Bill de Blasio.
E l'organizzazione evangelica del North Carolina Samaritan's Purse sta costruendo un ospedale da campo a Central Park, intervento coordinato con Cuomo, la Fema e l'ospedale Mount Sinai. La struttura, che dovrebbe essere operativa in 48 ore, si trova sul prato di East Meadow e ospiterà 68 pazienti. Nel frattempo, arrivano previsioni cupe da Anthony Fauci, capo dell'Istituto nazionale per le allergie e le malattie infettive e membro della task force della Casa Bianca sul coronavirus. Parlando con la Cnn spiega infatti che negli Stati Uniti si temono «milioni di casi» di Covid-19 e «fra i 100mila e i 200mila morti», pur ammettendo che è difficile fare previsioni perché è un «target in movimento». Fauci precisa poi che è il virus a dettare la tabella di marcia, anche se si può cercare di influenzarne la traiettoria. E sul fatto che Trump sta valutando un allentamento delle linee guida contro il coronavirus in alcune aree del paese, sottolinea di «non essere contrario», ma «servono test per analizzare la situazione reale prima di decidere».
La gestione del coronavirus, comunque, sta giovando alla popolarità di Trump, che recupera terreno nei confronti di Joe Biden in vista delle presidenziali di novembre. Secondo un sondaggio di Abc e Washington Post, il tycoon è al 47% dei consensi contro il 49% dell'ex vice presidente, mentre il febbraio il divario era di sette punti a favore di Biden. Il fatto che nelle ultime settimane i due candidati alla nomination democratica siano scomparsi dalla scena sta creando confusione tra gli elettori del partito. In assenza di comizi, Trump può contare comunque su uno spazio giornaliero nella conferenza stampa della task force sul coronavirus, mentre Biden e Bernie Sanders sono spariti. Se il senatore del Vermont continua a non ritirarsi dalla corsa, l'ex numero due di Obama ha pure messo a segno una gaffe nell'ultima intervista alla Cnn, quando è stato ripreso per aver tossito senza le precauzioni del caso.
E a complicare la sua situazione c'è anche il successo dei governatori in prima linea nella gestione della crisi, a partire dal democratico Cuomo, tanto che sui social sono in tanti a chiedere la sua candidatura alla Casa Bianca già nel 2020.
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