Russia e Stati Uniti continuano a giocare la loro partita sulla scacchiera europea. Guardando le mosse dei protagonisti, l'americano Donald Trump e il russo Vladimir Putin, non sembrerebbe di essere ripiombati nel clima della Guerra Fredda. Eppure, il risiko delle zone d'influenza dimostra ancora una volta che c'è un confronto serrato sotto tutti i punti di vista, diplomatico, economico e anche militare. Dopo la guerra in Ucraina e quella in Siria, i due leader mondiali continuano a far avanzare le loro pedine, piantando bandierine colorate ogni qualvolta conseguono un vantaggio sull'avversario. La crisi siriana appare quasi sotto controllo, corroborata dall'accordo su Idlib fra Mosca e Ankara. Il conflitto nell'Ucraina dell'Est è a bassa intensità e, per quanto le sanzioni anti Putin siano dolorose, il leader del Cremlino non farà passi indietro, consapevole che Stati Uniti ed Europa non alzeranno l'asticella fino al punto di destabilizzare l'intero Vecchio Continente. E allora si aprono nuovi spazi per lanciare altre offensive diplomatiche per indebolire il fronte dell'eterno avversario.
E così Russia e Stati Uniti si rispondono colpo su colpo. Poche ore dopo l'incontro a Mosca fra il presidente ungherese Viktor Orbán e quello russo Vladimir Putin, il presidente polacco Andrzej Duda è volato a Washington per incontrare Donald Trump. Non una semplice visita di cortesia. I due hanno parlato di strategie commerciali, ma soprattutto militari. Varsavia appare ossessionata dalla minaccia russa e cerca la protezione degli Stati Uniti e della Nato per difendere i propri confini da qualsiasi possibile invasione. Duda e Trump ieri hanno consolidato l'alleanza e il leader della Casa Bianca ha annunciato che la Polonia è disposta a pagare due miliardi di dollari per ospitare sul proprio territorio una base militare americana. Il presidente Usa ha accolto con gioia la proposta. «La stiamo valutando dal punto di vista della protezione militare ha detto - E poi anche dal punto di vista dei costi. Se vogliono pagare tanto, è qualcosa di cui discuteremo certamente». Per la Casa Bianca, la Polonia è una nazione strategica in Europa per contrastare l'atteggiamento di Mosca, che Trump ha definito «aggressivo». Il presidente polacco, dal canto suo, ha suggerito scherzosamente di chiamare la base «Fort Trump», in onore del leader americano. Il capo del Pentagono, però, ha raffreddato l'entusiasmo polacco. James Mattis, infatti, dopo aver elogiato Varsavia per l'aumento delle spese militari, ha frenato su una possibile presenza militare permanente in Polonia. «Le questioni sono diverse ha spiegato Mattis - Come sapete non riguardano solo la base ma il training, la gestione della struttura, insomma tanti dettagli che devono venire analizzati». D'altronde, gli Stati Uniti hanno enormi spese militari e non a caso Trump insiste da mesi affinché tutti i partner della Nato aumentino il budget della difesa.
Sull'altro fronte, invece, è stata rafforzata l'amicizia fra Russia e Ungheria. Martedì Putin e Orbán hanno parlato di energia, investimenti, Ue e immigrazione. Budapest, che importa la maggior parte del gas da Mosca, ha esteso gli accordi di cooperazione con il Cremlino. Orbán sa che le sue relazioni con la Russia turbano Bruxelles e Putin è altrettanto consapevole di poter dare fastidio alla Ue e cura al suo rapporto con Budapest.
«L'Ungheria è uno dei nostri partner chiave in Europa», ha detto il leader russo che ha parlato di grandi progetti e di un investimento di un miliardo di dollari.La sfida continua. Presto anche nei cieli. A ottobre, infatti, l'Us Air Force parteciperà a un'esercitazione militare in Ucraina. Niente di nuovo, soltanto l'ennesimo segnale politico e strategico a Mosca.
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