Utero in affitto, è scontro tra i medici e la Roccella

La ministra: "I sanitari sono tenuti a denunciare i casi di Gpa". La Fnom: "Errato, devono soltanto curare"

Utero in affitto, è scontro tra i medici e la Roccella
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A pochi giorni dall'approvazione del cosiddetto «reato universale» (che in verità vale solo per i cittadini italiani) di gestazione per altri, diventato legge mercoledì scorso dopo il voto del Senato, si riaccende la polemica. Ed è scontro tra governo e medici.

A dar fuoco alle polveri è stata la ministra per la Famiglia Eugenia Roccella, che ha affermato che tutti i «pubblici ufficiali e medici», sono tenuti a denunciare il presunto reato, nel caso la procreazione appaia loro sospetta. La risposta della Federazione nazionale degli ordini dei medici, è dura: «Siamo tenuti per legge a curare, non a denunciare».

Il casus belli sono state le parole di Eugenia Roccella, durante un'intervista televisiva di qualche giorno fa: «Un pubblico ufficiale, e anche il medico, è tenuto a segnalare i casi di sospetta violazione della legge sulla maternità surrogata alla procura. E poi si vedrà» in che modo il sospetto verrà indagato e eventualmente perseguito. Quanto all'applicazione della legge nuova di zecca, la ministra della Famiglia si augura che possa avere almeno «un effetto fortemente dissuasivo», scoraggiando chi prova a praticare ciò che, secondo Roccella, va equiparato alla «compravendita di bambini». Mentre rassicura che non ci saranno ripercussioni sui bambini già nati: «La legge non ha un effetto retroattivo - spiega - avrà effetto per chi d'ora in poi vorrà accedere a questa pratica». In Italia, assicura, «c'è una procedura che protegge i minori e, in caso di coppie gay assicura la possibilità al compagno del genitore biologico di essere riconosciuto come genitore».

La risposta dei medici arriva attraverso Filippo Anelli, presidente della federazione degli ordini (Fnom): «Il medico ha il dovere di curare: dovere che gli deriva dalla legge - in primis, la Costituzione - e dal Codice deontologico, e confermato dalla giurisprudenza». Un dovere, spiega Anelli, che «prevale su ogni altro obbligo, facoltà o diritto». Che il medico sia «esonerato dall'obbligo di denuncia» nei confronti del proprio paziente, aggiunge, «si desume anche dall'articolo 365 del Codice penale, che esime il medico da tale obbligo quando il referto esporrebbe la persona assistita a procedimento penale». Quindi il medico non deve certo «ostacolare la giustizia» ma non deve neppure, e «soprattutto porre in essere atti che mettano a rischio la relazione di cura, limitando la tutela della salute dei cittadini».

Lo scontro si sposta in fretta anche sul fronte politico. «Prima si inventano un reato universale di maternità surrogata», dice il segretario di +Europa Riccardo Magi, «poi cercano di trasformare i medici in una sorta di polizia surrogata per perseguitare chi vi ha fatto ricorso. Medici spia in una triste visione della società che ricorda più l'oppressione della Ddr che una democrazia liberale». Secondo Magi il provvedimento voluto dal governo «è un mostro» e «a farne le spese centinaia di famiglie che cercano solo di vivere in libertà».

La parlamentare grillina Gilda Sportiello è addirittura apocalittica: «Come al solito - asserisce - il governo si dimostra mosso solo da una ideologia nemica dei diritti, e dall'obiettivo di voler instaurare uno stato di controllo creando un paese stretto nella morsa opprimente della repressione».

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