In galera per non aver fatto i compiti a casa. Sembra l'incubo di ogni studente, è la vera storia di una ragazzina di 15 anni del Michigan che un giudice ha condannato a un periodo di carcerazione in una struttura minorile per avere violato l'obbligo di fare i compiti a casa durante il lockdown per il coronavirus. Una storia raccontata dal sito di giornalismo investigativo ProPublica che sta scuotendo l'opinione pubblica. E che ha spinto nei giorni scorsi molti attivisti che si stanno battendo per ridare la libertà a Grace (il secondo nome dell'adolescente, utilizzato dai media Usa per coprire la sua identità) a radunarsi, a bordo di duecento auto, nel parcheggio della Oakland County Court per protestare contro una decisione ritenuta esagerata e anche di stampo razzista, visto che Grace è afroamericana. La carovana di automobili è partita dalla Groves High School di Beverly Hills, la scuola frequentata dalla ragazza, e si è conclusa davanti al tribunale della contea, dove si è svolta una manifestazione con molti discorsi al grido di «free Grace», che è anche l'hashtag che spopola in rete per chiedere la liberazione della giovane. Molti manifestanti che hanno anche esibito i simboli di «Black lives matter». E la protesta sembra avere sortito qualche risultato: la Corte Suprema del Michigan giovedì ha assicurato che l'ufficio amministrativo della Corte di Stato sta riesaminando il caso.
La vicenda di Grace in realtà è piuttosto complessa. La ragazzina lo scorso anno frequentava il secondo anno di liceo nelle scuole pubbliche di Birmingham, ed è stata accusata di aggressione e furto. A metà aprile, in pieno lockdown, è stata messa in libertà vigilata a casa, con l'incarico tra le altre cose di completare i compiti scolastici e di seguire le lezioni a distanza. Ma ha perso quasi subito terreno anche perché soffre di ADHD, il disturbo di da deficit di attenzione e iperattività, e alla fine non è riuscita a studiare. Non solo: il giudice della Contea di Oakland Mary Ellen Brennan, presidente della sezione della famiglia, ha anche scoperto che Grace aveva violato la libertà vigilata. Ha quindi concluso che Grace rappresenta «una minaccia per la comunità» e ha ordinato il ritorno dietro le sbarre della ragazza. Grace è stata arrestata il 14 maggio.
Uno dei suoi avvocati, Jonathan Biernat, sostiene che non fare i compiti non rappresenta una minaccia per la comunità e che Grace nei suoi mesi trascorsi al centro di detenzione per minori ha avuto un comportamento esemplare. Una conferma indiretta, questa, della convinzione maturata dai giudici che Grace si comporti meglio in carcere piuttosto che in famiglia, dove avrebbe rapporti a dir poco tesi con la madre.
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