Roma - Erano più o meno le 17 e 17 del tiepido pomeriggio agostano, quando le redazioni dei quotidiani venivano attraversate da un sussulto. Scossa trasmessa via agenzie di stampa, registrata dagli organi d'informazione di ogni ordine e grado.
Silenzio, parla Marino. Proprio lui: Ignazio. Nota dettata direttamente dalla palma di cocco dell'isola dei Caraibi sulla quale il primo cittadino di Roma pare stia assaporando gli ultimi spicchi di sole, le ultime immersioni, gli ultimi spasimi di relax. Notizie frammentarie, mai molto precise, per decisa volontà dello stesso sindaco, ora dato in Texas, ora a New York, ora alle Virgin Island, o forse Anguilla, chissà. Tour come mai nessun premier s'è potuto concedere - vige la prassi che, per vacanze private, non ci si possa allontanare oltre le 6-8 ore di volo (chiedere a Berlusconi, più volte indotto a rinunciare alla propria villa ad Antigua) -, eppure forse al livello di un qualsiasi congresso medico-chirurgico finanziato dalle multinazionali del farmaco.
Si tratta, però, anche di uno strameritato periodo di relax, di un indispensabile intermezzo volto al rinvigorimento fisico nonché alla stesura di uno strabiliante diario privato della propria esperienza in Campidoglio prima, appunto, di rituffarsi nelle acque assai putride della Roma Capitale che viene costretto a frequentare nei mesi invernali. Bronzea la faccia, ma di certo per l'effetto ormai consolidato del carotene. E ottima la cera (oltre che la cena servita nell'esclusivo resort); proprio come in quella pubblicità antica che recitava «nonostante tutte le botte che prendi...». Eccolo, perciò, il Marino «soddisfatto per le decisioni del governo» che lo dimezzano. Felice perché «le parole di Alfano hanno spazzato via i rumors sul commissariamento». Un matto che ringrazia? Una strategia psico-comunicativa di rimozione delle notizie sgradevoli? No: va pur compreso l'imbarazzo di chi ha dovuto riferirgli con parole adeguate gli esiti del Consiglio dei ministri, e l'impellente necessità di non guastare uno degli ultimi tramonti goduti del sindaco (si sa che, in taluni casi, si rischia il posto di lavoro a dire le cose come stanno...).
E allora, garrulo il Marino che ringrazia il governo Renzi, e che si loda per «gli ultimi due anni trascorsi a snidare e colpire il male perché è il bene della città la stella polare del mio lavoro...». Sì, Ignazio, tutto bene. Tranquillo: seconda stella a destra/ questo è il cammino/e poi dritto fino al mattino/poi la strada la trovi da te.
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