N on sappiamo se questa sia l'estate più calda di sempre, ma sicuramente è una delle più salate degli ultimi anni. Colpa dell'inflazione, che nel settore del turismo supera di 3 punti il tasso medio di giugno. La conseguenza sono i rincari sui consumi estivi. Una stangata sulle spese turistiche di 3,9 miliardi di euro in più rispetto all'anno scorso. A certificarlo sono le rilevazioni dell'istituto di ricerca Demoskopika, pubblicate in anteprima dall'agenzia Ansa. Nella classifica dei rincari svetta il trasporto aereo, con un +23,5% rispetto al mese di giugno del 2022. Seguono i pacchetti vacanza a +17,7% e gli alloggi con un +12,8%. Strano ma vero, quest'anno costa di più una vacanza in Italia che all'estero. Infatti, per quanto riguarda la voce del trasporto aereo, il rincaro è più marcato per i voli nazionali a +28,9%, mentre i voli internazionali sono più cari del 21,9%. Più economico espatriare anche se parliamo dei pacchetti vacanza. In Italia, questo tipo di offerte, subiscono una crescita di prezzo del 18,4%. 2,6% in meno rispetto ai pacchetti internazionali, che comunque sono aumentati del 15,8% rispetto all'anno scorso.
Ma la dinamica del rialzo dei prezzi dovuto all'inflazione galoppante nel settore turistico tocca tutti gli aspetti delle vacanze. In primis i ristoranti con un +6,3%. Nessuna soluzione ci mette al riparo dai rincari. Dai fast food (+8,2%) alle pizzerie (+6,5%) fino alle gelaterie, con una crescita dei prezzi del 6,2%. Tra i servizi ricettivi, la voce che sconta un rincaro più pesante è quella relativa agli alberghi, ben il 14,6% in più se paragonato al 2022.
Sui trasporti, la ristorazione, i pacchetti vacanza e gli alloggi l'inflazione colpisce più duramente l'Italia rispetto ai diretti concorrenti, ovvero Francia, Grecia e Spagna. Il paese iberico, addirittura, nella voce complessiva del trasporto registra una flessione del 16,1%. Muoversi in Italia comunque costa l'8,5% in più della Grecia e il 3,9% rispetto alla Francia. Il trend si riverbera nei servizi ricettivi. Con i rincari che colpiscono il Belpaese in questo settore per 1,9% in più rispetto alla Francia, l'1,8% in più della Grecia 1,5 punti percentuali in più nel confronto con la Spagna. Si salvano, relativamente, i consumi ricreativi e culturali. Che sono rincarati in Italia del 3,6%. Un incremento superiore alla Grecia (+3,3%), ma inferiore alla Francia (+4,8%) e alla Spagna (+4%).
Tornando alla situazione italiana, l'inflazione sul turismo colpisce tutte le regioni. Ma sono cinque, in particolare, quelle più penalizzate. Sempre più caro andare in vacanza in Lazio, con il 9,5% in più rispetto all'anno scorso. Segue la Lombardia a +9,2%. Poi ci sono Toscana e Molise, appaiate con un rincaro del 9,1%. Chiude la top five la Campania, con un +9%. Secondo la ministra del Turismo Daniela Santanché, «questi dati non ci devono spingere ad agire in maniera istintiva». «È evidente che bisogna agire di squadra affinché l'inflazione non diventi strutturale. Il governo si è prontamente attivato, anche attraverso un'azione sinergica dei ministeri, e nel mese di giugno abbiamo assistito a una decelerazione dell'inflazione, abbiamo il dovere di dare risposte che siano strutturali», continua Santanché.
«Le vacanze degli italiani saranno non solo più costose, ma anche più brevi, e pur tagliando le notti fuori casa la spesa per la villeggiatura risulterà più cara rispetto all'anno passato di ben 1,2 miliardi di euro», commenta Furio Truzzi, presidente di Assoutenti. «La tendenza è quella di tagliare la spesa», conclude Truzzi.
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