In primo piano ora ci sono circa 4 milioni di bambini, dai 5 agli 11 anni, quelli che, da qualche settimana, sono più colpiti dalla variante Delta (circa la metà dei casi nella popolazione 0-19 anni). Per proteggerli dalla malattia è finalmente disponibile il vaccino a dose pediatrica, un terzo di quella di un adulto, ma ugualmente capace di creare una barriera immunitaria di oltre il 90 per cento. Si parte il 16 dicembre con un milione e mezzo di dosi messe a disposizione dal commissario Figliuolo. Alcune regioni come Emilia, Liguria, Lazio, aprono oggi le prenotazioni, il Piemonte ha cominciato venerdì e ha raccolto 9.300 adesioni. La Lombardia, che ha dato il via libera ieri mattina, ha registrato in poche ore 23.252 mila richieste, su una platea di 600mila ragazzini da vaccinare. Già molte mamme, infatti, hanno iscritto i propri bambini nelle liste senza farsi intimorire da chi suggeriva di aspettare, in mancanza di grandi numeri di vaccinazioni pediatriche nel mondo. Responsabilmente, questi genitori si sono invece fidati della scienza e della voce dei pediatri. E tutti gli esperti, coralmente, hanno rassicurato sulla bontà del prodotto, il vaccino BioNtech-Pfizer, e sull'efficacia dei risultati. Per gli eventi avversi, sono convincenti i dati americani. Su oltre 5 milioni di vaccinazioni, è stata riscontrata una manciata di eventi avversi, non gravi. E nessuna miocardite, l'infiammazione del muscolo cardiaco che invece interessa qualche adolescente (dai 15 anni in su) o qualche giovane adulto (fino ai 25 anni).
Anche l'Agenzia italiana del farmaco, ritiene «elevato» il profilo di sicurezza del vaccino pediatrico che non presenta «segnali di allerta» come rilevato dal database di farmaco-vigilanza Usa relativo a 3,3 milioni di bambini immunizzati. Viceversa, il vaccino evita il rischio di «conseguenze gravi dell'infezione da Covid». Secondo i dati dell'Istituto superiore di Sanità, dall'inizio dell'epidemia al 17 novembre sono 808.228 i contagi, di cui 34 morti, Covid-19 nella popolazione baby. I ricoveri tra i bimbi e gli adolescenti sono stati in tutto 8.557, quelli in terapia intensiva 251. L'Iss evidenzia che dal 1° al 14 novembre «in questa popolazione sono stati segnalati 22.202 nuovi casi, di cui 143 ospedalizzati e 5 ricoverati in terapia intensiva». E i numeri nel mese di dicembre sono cresciuti con oltre 48mila nuovi casi di Covid nella fascia 0-19 di cui 167 ricoverati e due in terapia intensiva. Nella classe di età 6-11 c'è stata un'impennata di oltre 400 casi ogni 100mila abitanti.
Anche in Lombardia il fenomeno rispecchia l'evoluzione nazionale. Secondo l'ultimo report di Ats Milano, tra i piccoli dai 5 ai 9 anni si registra un'incidenza settimanale di 386 casi ogni 100mila abitanti. Un contagio diffuso che oltre a minare la salute dei più piccoli, impedisce loro di riacquistare a pieno la libertà di riunirsi e di vivere la socialità a scuola come nel tempo libero. È dunque più che mai necessario immunizzarli, sostengono gli esperti.
Per loro sarà somministrato il vaccino Pfizer in misura pari a un terzo della dose normale che viene data agli adulti, con precedenza ai più fragili e a rischio di contrarre la malattia grave. Si prevede una prima inoculazione di siero anti Covid, e poi la seconda dose va fatta dopo tre settimane, precisamente 21 giorni, come avviene per gli over 12.
Ai bambini fragili, sottoposti a trapianto o con marcata compromissione della risposta immunitaria per cause legate alla patologia o a trattamenti farmacologici, è possibile somministrare una terza dose addizionale almeno 28 giorni dopo la seconda dose. A differenza del resto della popolazione, per i bambini non è obbligatorio il super green pass per accedere a determinati luoghi e attività.
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