«E ora portiamo il vaccino nelle case». Il virologo Fabrizio Pregliasco, docente all'università Statale di Milano, conferma l'urgenza di un cambio di rotta nella campagna vaccinale in corso. Da intercettare ci sono circa 5 milioni di persone tra No Vax e indecisi e non si può certo aspettare che si presentino da soli agli hub vaccinali.
Come stanare i diffidenti?
«Casa per casa. Cioè con una campagna vaccinale più profilata e territoriale che deve essere capillare e raggiungere tutti. Gli hub vaccinali hanno fatto il loro tempo, hanno dato una risposta veloce a chi desiderava proteggersi dall'infezione e si presentava di propria spontanea volontà. Adesso serve un cambiamento. Prima di pensare all'obbligo vaccinale, la vera sfida è raggiungere chi non si fida e per farlo bisogna davvero avvalersi della medicina territoriale, dalle farmacie ai medici di famiglia».
Sarà dura convincere chi ha paura ed è rimbalzato tra le mille notizie discordanti su AstraZeneca e vaccini vari.
«Sarà dura sì. Sarà dura convincere il 60enni che non si sentono vecchi e non percepiscono il rischio del contagio. Sarà dura convincere anche i genitori dei minorenni».
È così necessario vaccinare anche i bambini?
«Sì. Ci siamo abituati a sentire che tanto il Covid non colpisce i bambini. In realtà l'1% dei minorenni contagiati sta male seriamente e inoltre il Covid colpisce vari organi. Noi lo abbiamo visto colpire i polmoni, ma può provocare conseguenze anche su cuore e cervello. Quindi - ripeto - sì, i bambini vanno vaccinati».
Quando potremo dire: ce l'abbiamo fatta?
«Stiamo a vedere cosa accadrà dopo il freedom day del 19 luglio fissato da Boris Johnson. La Gran Bretagna è già al secondo tempo del film, noi siamo al primo. Ci sta come prova. Dobbiamo anche avere conferme di alcuni studi cruciali, come quello israeliano. Dice che la variante Delta buca lo scudo vaccinale e riduce al 60% la capacità del vaccino di proteggere dall'infezione. Dice anche che il vaccino evita i casi gravi. Aspettiamo conferme. Non ha senso rovinare per motivi politici quello che si è guadagnato con la sofferenza».
Però la variante Delta sembra già diffusa, anche se di fatto non la stiamo tracciando.
«C'è già. È solo questione di tempo. Si sapeva che riaprendo poteva succedere. Stiamo seguendo le orme dell'Inghilterra, dove crescono i contagi ma non i ricoveri. Per questo dobbiamo continuare con le vaccinazioni. Lì stanno facendo da scudo. In Russia invece, dove la variante dilaga ma la gente non si fida dello Sputnik, crescono i casi gravi».
Cosa pensa invece della «variante Europei»?
«Ho visto immagini terrificanti durante i festeggiamenti di martedì sera. Dobbiamo però fare in modo che questi Europei non li vinca il virus. Non possiamo abbassare la guardia proprio ora e rendere più facile la vita al Covid. Questo è un rischio non calcolato».
Dice che c'è il pericolo bomba della famosa partita Atalanta-Valencia del febbraio 2020?
«Sarebbe un guaio. Però già risulta che a Copenhagen il 16 giugno e poi il 17 a San Pietroburgo due focolai ci siano stati. In vista della finale di domenica non sarebbe male riuscire a organizzare delle cose per quanto possibile controllate, ma credo che sarà difficile. È chiaro che poi i cortei e i caroselli in macchina con i clacson non sono evitabili, ma speriamo di non passare dai clacson alle sirene delle ambulanze».
Cosa prevede per settembre e per la ripresa delle scuole?
«Stiamo attenti ora e vacciniamoci (lo dico anche agli insegnanti) per evitare una nuova Dad in autunno».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.